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Ucraina, i repubblicani ‘sposano’ Draghi: “Difficile fare la pace se l’aggressore non vuole”

Lo dichiara all'Agenzia Dire, in occasione del 50esimo congresso nazionale del Partito Repubblicano Italiano, il segretario Corrado De Rinaldis Saponaro

Pubblicato:07-05-2022 12:13
Ultimo aggiornamento:07-05-2022 12:13

draghi presidente del consiglio
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ROMA – “Abbiamo avuto sempre lo stesso nome e da sempre siamo il partito dell’atlantismo. Nel 1949 fu un ministro repubblicano, il conte Carlo Sforza, a firmare il Patto Atlantico nonostante le pressioni che arrivavano Oltretevere su De Gasperi per non siglare quell’accordo. In questo momento non possiamo che essere di grande supporto alla politica di Draghi”. Così all’Agenzia Dire il segretario del Partito Repubblicano Italiano, Corrado De Rinaldis Saponaro, in occasione del 50esimo congresso nazionale del PRI, una tre giorni che si chiude domani a Roma.

Draghi “ha ridato all’Italia una serie di opportunità”, prima “gestendo la pandemia” e ora “con questa situazione che stiamo subendo in Europa per colpa di Putin. Vogliamo che la pace si realizzi nei tempi piu brevi- precisa il segretario- Draghi sta lavorando bene nelle relazioni internazionali con i Paesi europei e atlantici. Abbiamo attivato azioni per portare Putin a trovare soluzione ma se si continua con l’invasione dell’Ucraina, così cruenta, ci saranno conseguenze molto lunghe per i popoli, anche trovando la pace”. L’Ucraina “è Europa- sottolinea Saponaro- Trieste è più vicina all’Ucraina che a Bari. Quindi non possiamo abbracciare tesi pacifiste, anche noi siamo pacifisti ma come si fa a fare la pace se l’aggressore non ha la volontà di fermarsi? Se per pulirci la coscienza ed essere assolti ci limitiamo a dare tutto il supporto ai profughi, allora non credo che svolgeremmo il nostro ruolo di azione sovrana. Abbiamo Mazzini nella nostra visione, quindi ‘dovunque c’è un uomo che soffre e ha un’ingiustizia, lì c’è un mio fratello'”, termina Saponaro.

SAPONARO (PRI): “VICINI ALLE IDEE DI CALENDA E LETTA, DI MAIO BENE DA MINISTRO

“Condividiamo molte cose che dicono Calenda e Letta, anche se nel PD ci sono opinioni diverse”. Il segretario del Partito Repubblicano Italiano, Corrado De Rinaldis Saponaro, colloca in quest’area politica il futuro del PRI e lo fa in occasione del 50esimo congresso del partito, una tre giorni che si conclude domani a Roma. Ed è all’Agenzia Dire che il segretario esprime il suo apprezzamento anche per i ministri Giorgetti e Di Maio.


“Il governo credo sia molto unito- spiega- e anche i ministri del M5S, come Di Maio agli Esteri, stanno seguendo una linea politica che noi convidiviamo: è quella del presidente Draghi”. Fondato nel 1895, il PRI ha oggi 3.800 tesserati “che mantengono il funzionamento del partito e sezioni molto diffuse sul territorio”. Ora però invocano un cambio di passo della politica italiana.

“Riteniamo che questo sistema elettorale abbiamo prodotto un clima da curva nord contro curva sud- sottolinea Saponaro- non ha prodotto alcun risultato negli ultimi 30 anni e non ha dato modo di avere un dibattito”. Il segretario PRI fa l’esempio delle polemiche in corso queste settimane sugli aiuti da inviare a Kiev: “Si discute tra armi difesa o armi offesa– nota- mi pare un dibattito peregrino. Forse qualcuno vede un sondaggio e ritiene di potersi posizionare per prendere qualche voto in più”.

L’appello all’Italia è ad “uscire da questa visione così provinciale della politica. Abbiamo una schizofrenia che non porta il Paese a costruire nulla di buono”. Invece dovremmo essere pronti alle nuove dinamiche, consiglia Saponaro. “C’è una nuova era alle porte che porrà il mondo tra democrazie occidentali e autocrazie rappresentate da Russia e Cina. Cadrà la globalizzazione per come l’abbiamo conosciuta, l’Italia deve pensare di fare un piano di sviluppo e tornare a fare industria”, conclude.

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