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Coronavirus, Brusaferro: “Percentuale immuni molto bassa, siamo ancora in pandemia”

Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, in audizione alla commissione Affari sociali della Camera

Pubblicato:07-05-2020 11:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:16

silvio brusaferro
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ROMA – “Siamo ancora nella fase pandemica”. Cosi’ il presidente dell’Istituto superiore di Sanita’, Silvio Brusaferro, oggi in audizione in video conferenza alla XII Commissione Affari Sociali della Camera sulle iniziative volte al monitoraggio dei contatti interpersonali nell’ambito delle misure di sanita’ pubblica legate al contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19.

“È vero che possiamo chiamarla fase 2- prosegue- ma ad oggi abbiamo ancora nuovi casi ogni giorno, un po’ in tutte le Regioni. Abbiamo tutta una serie di indicazioni che ci mostrano come la situazione stia migliorando, anche rispetto alle persone ricoverate soprattutto nelle terapie intensive, ma comunque quotidianamente vengono individuati nuovi casi”.

“Conoscere quante sono le persone immuni e’ importante. Oggi sappiamo che la percentuale e’ molto bassa, con delle variazioni tra Regioni. Ma globalmente- aggiunge- siamo molto lontani dal 70-80%, che sono le soglie della cosiddetta ‘immunita’ di gregge’. Questo e’ un obiettivo che si potra’ raggiungere solo quando arrivera’ il vaccino”.


“PRIMO OBIETTIVO FASE 2 TENERE ‘RT’ SOTTO A 1”

“Tenere l’indice RT al di sotto dell’1 in tutti i contesti del nostro Paese e’ l’obiettivo principale che ci poniamo per questa fase 2“, prosegue Brusaferro.

“In questa fase- aggiunge- dobbiamo certamente contenere la circolazione del virus. Non siamo ancora in grado di immaginare la sua eradicazione o eliminazione, perche’ questo scenario sara’ raggiunto quando avremo il vaccino, pero’ possiamo fare in modo che la circolazione sia piuttosto limitata”.

Il secondo obiettivo da raggiungere, continua Brusaferro, e’ fare in modo che “la quantita’ di nuovi casi sia sostenibile o gestibile dalle strutture sanitarie, con disponibilita’ di letti in terapia intensiva, negli ospedali e nei pronto soccorso, con le terapie domiciliari che devono essere fatte”.

Terzo obiettivo, e’ quello di capire se “le misure di apertura o di rilassamento che stiamo adottando sono sostenibili, compatibili, e se ci consentono di non tornare in una fase di crescita dell’epidemia”. Tale fase, spiega ancora il presidente dell’ISS, si caratterizza quando “l’RT e’ superiore a 1, quindi quando una persona riesce a contagiare piu’ di una persona”.

“SE VIRUS LIBERO INFETTA FINO A TRE PERSONE”

“Noi sappiamo che, lasciato libero, il virus per ogni persona infetta ne infetta dalle due alle tre, che e’ un numero significativo, anche se non altissimo, rispetto ad altre malattie infettive. In ogni caso e’ tale da poter facilmente facilitare una rapida diffusione nella popolazione del virus stesso”.

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