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InSight in viaggio per cercare il cuore di Marte

La missione durerà circa 6 mesi, mentre l'attività di sonda durerà più di due anni

Pubblicato:07-05-2018 10:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:51

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ROMA – Il lungo viaggio della sonda Insight, installata a bordo di Atlas V, è iniziato sabato 5 maggio dalla rampa di Vandenberg sulla costa californiana dell’Oceano Pacifico, usata per la prima volta per ridurre il carico di lancio di Cape Canaveral che quest’anno ha ospitato un gran numero di lanci della United Launch Alliance e di Space X. Insight è l’acronimo di Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport, letteralmente ‘Esplorazione interna mediante l’utilizzo di indagini sismiche, geodesia e trasporto di calore’. Il lancio era previsto per il marzo del 2016, ma per via di un problema ad una saldatura del sismografo la Nasa, nel dicembre del 2015, annunciò la decisione di rimandare il lancio alla finestra successiva. E’ stato stimato che il rinvio sarebbe costato intorno ai 150 milioni di dollari, oltre a impedire la selezione di due missioni nell’ambito del programma Discovery. Una decisione inevitabile vista la mancanza di tempo per riparare il Seis, Seismic experiment for interior structure, un sismografo di produzione francese in grado di rilevare movimenti del suolo nell’ordine di un diametro atomico. Lo strumento ha bisogno che i suoi tre sensori si trovino in una situazione di vuoto quasi perfetto, tuttavia alcune verifiche condotte nel dicembre del 2015 hanno indicato che il sigillante avrebbe perso funzionalità alle temperature marziane e così la sonda è tornata negli stabilimenti della Lockheed di Denver per le riparazioni in attesa del 5 maggio.

Se tutto andrà secondo i programmi InSight raggiungerà Marte il 26 novembre del 2018, l’obiettivo è quello di studiare l’interno del Pianeta rosso, a bordo infatti ci sono: una stazione meteorologica, un sismografo ad altissima sensibilità, una sonda per rilevare il flusso di calore, uno strumento per localizzare la posizione della sonda e rilevare ogni minima trasformazione nella struttura del Pianeta e due telecamere. Il sismografo ad altissima sensibilità, in grado di catturare le onde provocate da sismi dovuti a movimenti della crosta marziana o all’impatto di meteoriti, oltre a registrare sismi di bassissima magnitudo o altissima energia. E’ utile perchè le onde sismiche viaggiano a velocità che dipendono dal tipo di rocce che attraversano e potrebbero rivelare la struttura interna del pianeta rosso. La paura è che un solo sismografo potrebbe non consentire di localizzare l’ipocentro del sisma, anche se gli scienziati sono ottimisti sul fatto che questo dato si potrebbe ricavare per altre vie.


Il secondo strumento si chiama HP3, Heat Flow and Physical Properties Probe, cioè una sonda progettata per rilevare il flusso di calore che arriva dall’interno di Marte, si addentrerà fino a 5 metri di profondità nel pianeta rosso. Il terzo strumento è il RISE, Rotation and Interior Structure Experiment, che, grazie alle sue antenne, permetterà di localizzare con estrema precisione la posizione della sonda e di rilevare ogni minima trasformazione nella struttura del Pianeta: ciò dovrebbe permettere di capire se il nucleo di Marte è solido, liquido o suddiviso in due parti come quello terrestre.

La missione durerà circa 6 mesi, mentre l’attività di sonda durerà più di due anni, precisamente 728 giorni. InSight sarà la prima missione tesa a individuare la struttura di Marte e che permetterà di raccogliere indizi utili per comprendere la formazione di altri pianeti come Mercurio, Venere o la Terra e la nostra Luna. Studiando la profondità di Marte si può tornare indietro di 4 miliardi e mezzo di anni quando il pianeta si è creato, poco dopo la formazione della nebulosa solare, il modello maggiormente accettato per spiegare la formazione del Sistema solare.

La missione è stata possibile anche grazie a dei partner europei fra i quali: i francesi del CNES, Centre national d’etudes spatiales, e i tedeschi del DLR, German aerospace center. In particolare il Cnes ha provveduto alla messa a punto del sismografo SEIS con un contributo significativo anche del Max Planck Institute for Solar Systems Research (MPS). Mentre il DLR ha provveduto allo strumento Heat flow and physical properties Package (HP3). “L’idea di base è quello di mappare la struttura profonda del Pianeta- ha dichiarato Bruce Banerdt, principale investigator della missione- Abbiamo molte informazioni sulla superficie di Marte sulla sua atmosfera e ionosfera, ma non sappiamo molto bene cosa avviene sotto la superficie. C’è qualcosa nella struttura di Marte rispetto a quella della Terra che potrà aiutare a capire questo aspetto”.

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