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Il Texas è casa Marquez: Marc vuole riprendersi un Motomondiale senza padroni

Il 'Cannibale' ha conquistato sette pole e sette vittorie ad Austin e prova a uscire dal margine di un Mondiale a geometria variabilissima: 9 piloti diversi a podio nei primi tre Gp

Pubblicato:07-04-2022 18:09
Ultimo aggiornamento:13-04-2022 11:53

marquez foto free
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ROMA – Sette vittorie, sette pole. Austin è casa Marquez. Alex Rins vinse nel 2019 solo perché Marquez cadde. Ora che i medici l’hanno lasciato partire per il Texas, c’è un nome a cui affidare il quarto Gran premio stagionale. Almeno uno. Il padrone dell’albo d’oro, costretto ad aggrapparsi alla speranza che la diplopia e le cadute rovinose non lo tengano ancora a margine d’un Mondiale senza quartiere.

Chi ci capisce qualcosa in questa nuova MotoGp post-Rossi è bravo. Con lo storico e inedito trionfo Aprilia a Termas de Rio Hondo ci sono sei costruttori vincenti, in MotoGp. Una calca. Quest’anno è cominciato così, a geometria variabilissima: la Ducati ha vinto nel deserto di Lusail con Bastianini, la KTM ha vinto a Mandalika con Oliveira, sul bagnato, e l’Aprilia appunto ha fatto la (sua) storia con Aleix Espargarò.


Clamorosamente Honda, Yamaha e Suzuki sono ancora a bocca asciutta: per la legge del blasone, più che dei grandi numeri, arriverà anche il loro momento. Potrebbe essere il Texas, dunque, ad aumentare il tasso d’impronosticabilità del Motomondiale 2022. Perché nemmeno sui podi c’è coerenza. Tra Qatar, Indonesia e Argentina nessun pilota è stato in grado di ripetersi: nove facce diverse si sono avvicendate sorridenti nelle prime tre posizioni. Prima Bastianini con Binder e Pol Espargarò, poi Oliveira accompagnato dai francesi Quartararo e Zarco, e infine, Aleix Espargarò con i connazionali Martin e Rins.

Mancano all’appello i big, insomma. La coppia della Ducati ufficiale, col vicecampione Pecco Bagnaia e Jack Miller in affanno ormai patologico. E poi Franco Morbidelli e Maverick Vinales. E, ribadiamo: Marc Marquez. Lui è appunto un capitolo a parte sul Circuit of the Americas. Il tracciato di Austin (5,5 km e 20 curve) è stato oggetto di profondi lavori a gennaio, con il rinforzo del suolo e la posa del nuovo asfalto nel primo e nel terzo settore. Hanno appianato le sconnessioni, ci saranno staccate feroci e tanto grip. L’anno scorso Marquez volò via al primo giro e con gli altri si rividero direttamente sul podio. Trovasse convinzione e forma per lanciarsi nel giro più veloce in qualifica, Marquez diventerebbe il primo pilota degli ultimi 50 anni con 8 pole in un solo circuito. Difficile, ma ancora più complicato “tenere” per una gara intera, viste le ultime due tribolate settimane. Il Texas è casa sua, almeno fino a domenica.

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