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Alla Biblioteca Riccardiana le pagine più importanti del Rinascimento fiorentino

Il suo punto di forza la collezione dei manoscritti, dal grande valore storico, artistico e filologico

Pubblicato:07-04-2022 15:48
Ultimo aggiornamento:21-04-2022 19:07

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FIRENZE – Un giovane uomo si libera dai legacci dell’ignoranza e tende il suo corpo verso la divina Sapienza, seduta sulle nuvole. Vestita di bianco, stringe tra le mani lo scettro e il globo e la sua testa è cinta dalle fiamme della Trinità. Tutto intorno, le Virtù aspirano alla sua luce. Tra i più grandi artisti del Seicento italiano, è Luca Giordano a realizzare il grande affresco che sovrasta la Sala di lettura della Biblioteca Riccardiana di Firenze. Siamo negli anni Ottanta del Seicento e Luca ‘Fapresto’, soprannominato così per la sua rapidità di esecuzione, viene incaricato da Francesco Riccardi di dipingere il soffitto della Biblioteca che fu solennemente inaugurata nel 1689, in occasione della nozze di Ferdinando de’ Medici e Violante Beatrice di Baviera. E se a Francesco si deve la nascita e l’organizzazione della Libreria con le sue scaffalature in legno pregiato, è a suo zio Gabriello che risale l’acquisizione nel 1659 di Palazzo Medici, splendido edificio sulla Via Larga, attuale Via Cavour.

Il marchese Gabriello paga la somma di 40mila scudi per entrare in possesso della dimora fatta costruire nel 1450 dai Medici. È questa la fase di maggior prestigio della famiglia fiorentina, che deve la sua fortuna alle attività commerciali e poi bancarie. “È proprio questa origine patrizia a distinguere la Riccardiana tra le biblioteche fiorentine”, spiega all’agenzia Dire la direttrice, Francesca Gallori.

I Riccardi iniziano subito un restauro trentennale per allargare il Palazzo e aggiungere nuove sale, tra cui la Galleria di Luca Giordano e la Sala della Biblioteca. È qui che trovano spazio le collezioni librarie della famiglia, iniziate nel Cinquecento da Riccardo Romolo e arricchite poi da Francesco Riccardi grazie alle ripetute acquisizioni e al matrimonio con Cassandra Capponi, che porta in dote la biblioteca del padre, costituita da 249 manoscritti e oltre cinquemila rare edizioni a stampa. Fino a un altro esponente della famiglia, il suddecano Gabriello, che nel XVIII secolo organizza la Biblioteca così come ancora oggi appare. Ma è proprio alla fine del Settecento che la Biblioteca conosce la sua fase di declino, trascinata dal fallimento economico della famiglia.


Dopo un tentativo fallito di vendita all’asta nel 1811, una cordata di librai fiorentini acquista l’intera collezione due anni dopo. “Di fatto, sono loro ad aver salvato questa raccolta, conservandone l’integrità”. La municipalità di Firenze acquista i volumi, nel 1815, poi il ritorno del granduca ne segna il passaggio definitivo allo Stato. “La Biblioteca fu quindi aperta al pubblico il 9 ottobre 1815 e continua la sua funzione di biblioteca pubblica statale fino a oggi, con un’interruzione tra le due guerre mondiali perché fu chiusa, riaprendo nel 1942″.

Oggi la Sala di lettura conserva lo stesso assetto voluto da Francesco Riccardi, con gli scaffali originali, le estremità decorate con il busto di Vincenzo Capponi e lo stemma dei Riccardi, naturalmente, il grande affresco di Luca Giordano. E conserva intatta e allo stesso posto anche tutta quella collezione libraria proveniente da una sola famiglia. “Il nostro punto di forza è la collezione dei manoscritti, ed è il motivo per cui ogni anno accogliamo visitatori da tutto il mondo”, racconta Gallori. Il prezioso fondo conta oggi 4.450 volumi e 5.529 carte sciolte. “È una collezione di estrema importanza sia dal punto di vista storico, che artistico, che filologico. Accanto a un piccolo numero di manoscritti greci e in lingua araba- così ancora la direttrice- abbiamo grandi manoscritti miniati raccolti dal gusto collezionistico dei Riccardi e legati anche a questo Palazzo”.

Come il Virgilio Riccardiano, decorato con 88 miniature che insieme alla storia di Enea ripercorre anche le fasi di costruzione del palazzo Medici Riccardi. Di tutt’altra natura, ma altrettanto prezioso, il libro d’abaco fatto realizzare e illustrare da Lorenzo il Magnifico per gli studi matematici del figlio Giuliano, futuro duca di Nemours. Tra i manoscritti in volgare più preziosi spicca quello della Divina Commedia copiato da Boccaccio, oppure il famoso Riccardiano Braidense – conservato a Firenze e a Milano – che rappresenta una delle più antiche trascrizioni dell’opera di Dante. Ma ci sono anche testi manoscritti meno nobili e decisamente più popolari, come il più antico ricettario di cucina che si conosce, risalente ai primi del Trecento. Qui non c’è nessuna miniatura, ma quelle pagine sono in grado di raccontare tantissimo delle tradizioni fiorentine.

“La presenza massiccia di questi manoscritti in volgare è dovuta al fatto che confluiscono in questa Biblioteca, nel corso del Seicento del Settecento, le biblioteche o parte di esse delle grandi famiglie fiorentine che avevano conosciuto la rovina finanziaria prima dei Riccardi e che a loro volta avevano raccolto le biblioteche dei preumanisti o degli umanisti fiorentini”, specifica la direttrice. Così, accanto ai libri raccolti dai Riccardi, ci sono anche quelli provenienti da altre casate che alla Riccardiana hanno portato i libri appartenuti, tra gli altri, a Boccaccio, a Coluccio Salutati e a Marsilio Ficino. “Insomma- dice infine Gallori- si può dire, senza troppa superbia, che in queste stanze sono raccolte le pagine più importanti dell’Umanesimo e del Rinascimento fiorentino”.

Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE, il progetto ‘Biblioteche d’Italia’ è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia?. Il documentario sulla Biblioteca Riccardiana di Firenze fa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia a questo link: https://www.instagram.com/p/CcCw8iJtp6T/. Il prossimo appuntamento con una nuova Biblioteca sarà giovedì 14 aprile.

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