NEWS:

Dark web e criminali, l’esperto: “Vendite illegali truffe nel 99% dei casi”

Lo dichiara Mirko Gatto, Ceo di Yarix, società a capo della linea di business Digital Security di Var Group, nel corso di un'intervista rilasciata all'agenzia Dire

Pubblicato:07-04-2021 17:16
Ultimo aggiornamento:07-04-2021 17:19

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Era abbastanza prevedibile, perché i truffatori o le gang criminali organizzate cercano di sfruttare situazioni di incertezza o paura a livello collettivo come quella attuale. In questo caso hanno sfruttato a loro favore la ‘corsa’ all’approvvigionamento dei vaccini”. Così Mirko Gatto, Ceo di Yarix, società a capo della linea di business Digital Security di Var Group, nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Dire commenta la recente chiusura di due canali Telegram, con oltre 4 mila iscritti, per la vendita illegale di vaccini anti-Covid sul dark web.

“Sulle vendite illegali nel dark web abbiamo condotto un’indagine piuttosto approfondita- prosegue Gatto- ed è emerso che nel 99% dei casi si tratta di truffe. Abbiamo fatto anche una transazione per l’acquisto di un vaccino da circa 500 euro in bitcoin e ovviamente il vaccino non è mai arrivato; addirittura il truffatore ci chiedeva altri soldi per la spedizione. È chiaro che cercano di fare leva sulle persone che vogliono a tutti costi approvvigionarsi di un vaccino e le sfruttano a loro favore per ricavarci denaro”. In merito alla vicenda Telegram, non si hanno ancora evidenze “se si trattasse di una truffa o se ci fosse la disponibilità reale dei vaccini- aggiunge l’esperto- fatto sta che in tutti i market che noi abbiamo individuato si trattava di truffe”.

I vaccini però erano ritenuti inefficaci e si ipotizza anche il reato di contraffazione. Qual è il profilo del gestore che può nascondersi dietro ad una truffa del genere? Serve un intermediario preparato, che conosca almeno a grandi linee gli ingredienti del vaccino?

“Posso solo ipotizzare che chi vende vaccini illegalmente se ne approvvigioni su canali esterni, che non saprei dire neppure quali, che ne hanno disponibilità. Gli intermediari- spiega il Ceo di Yarix- potrebbero quindi acquistare dosi per poi rivenderle nel black market. Ma in realtà questa ipotesi è molto complicata, direi remota: ci sono governi che si stanno muovendo con difficoltà per acquistare vaccini, figuriamoci se ci si riesce su canali secondari nel dark web”.

I vaccini, da AstraZeneca, Pfizer a Moderna, erano venduti a prezzi altissimi: dai 155 euro per una dose fino a 20mila euro per uno stock di 800 fiale. A che tipologia di persone si rivolge questo traffico illegale?

“Subentra un aspetto psicologico- risponde Gatto alla Dire- da un lato ci sono i ‘furbetti’, quelli che cercano di saltare sempre la coda o di trovare delle scorciatoie, dall’altro ci sono i più ingenui che credono di essere fortunati e di ‘vincere alla lotteria’. In ogni caso si tratta di persone che, a causa della loro ingenuità, spesso rimangono vittime di qualche truffa. Oggi è il Covid domani sarà qualcos’altro”.

Ma chi non è esperto di web riesce ad acquistare un vaccino in modo illegale?

“Non bisogna avere le conoscenze di un hacker per accedere ai black market, leggendo e documentandosi un po’ ci si può arrivare. Chi ha conoscenze informatiche di medio livello può quindi riuscire ad acquistare un vaccino- sostiene Gatto- diciamo che non è complicato ma neppure facilissimo”.


Con la vendita illegale di vaccini si dava anche garanzia di anonimato, tracciabilità della spedizione, imballaggio a temperatura refrigerante controllata e persino richiamo incluso nell’offerta. Quante persone può coinvolgere un’organizzazione del genere?

“Può trattarsi di soggetti singoli ma anche di gruppi criminali organizzati- risponde ancora il Ceo di Yarix- che tra le varie attività illecite decidono magari di aggiungere nel loro black market la vendita di vaccini, oltre per esempio a quella della droga o di virus informatici. Quanto alle ‘garanzie’, i truffatori ne offrono di ogni tipo: quando abbiamo fatto la transazione per acquistare il vaccino, l’intermediario ci aveva persino assicurato di avere una base di stoccaggio a Torino, ma una volta ricevuto il denaro è sparito. Sono truffe nel senso più classico del termine e quelle che riguardano i vaccini viaggiano nell’ordine di qualche centinaia”.

Sempre nei giorni scorsi, infine, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ricevuto gravi minacce via email e per questo sono state indagate quattro persone. Quanti sono oggi i reati di questo tipo?

“Le minacce via web sono un fenomeno in forte crescita, perché i cosiddetti ‘leoni da tastiera’, approfittando della mancanza di interazione umana, si sentono piuttosto invincibili. Pensano poi, sbagliando, che non siano passibili di denuncia. Ne approfitto anzi per dare un consiglio-conclude Gatto- chi è vittima di minacce ‘virtuali’ si rivolga subito alla polizia postale”.

LEGGI ANCHE: Minacce di morte a Speranza dopo misure anti-Covid, quattro indagati

ASSOLDARE SICARIO IN RETE NON È LEGGENDA METROPOLITANA

“Assoldare un sicario sul web- spiega Gatto -potrebbe sembrare una ‘leggenda metropolitana’, ma non è così. Ci sono purtroppo anche altre storie avvenute in passato che lo confermano”. Il commento riguarda la notizia dell’arresto, disposto dal gip del Tribunale di Roma, nei confronti di un 40enne lombardo, esperto informatico, funzionario di una grande azienda, per atti persecutori aggravati in danno della giovane ex fidanzata. L’uomo, dopo la fine della relazione, avrebbe pianificato di sfregiarla con l’acido e ridurla su una sedia a rotelle, se non di ucciderla, cercando nel dark web un sicario che avrebbe pagato in Bitcoin. “Il ‘New York Times’, per esempio- ricorda l’esperto- ha raccontato che l’investigatore Chris Monteiro aveva scoperto da tempo siti di sicari online, che cercano di fare soldi sfruttando chi ha cattive intenzioni. Addirittura c’erano persone che avevano fatto transazioni anche da 60.000 dollari per ‘acquistare’ un sicario. E se non sbaglio, sempre negli Stati Uniti, un omicidio fu compiuto proprio grazie ad un sicario assoldato nel dark web, dove oltre ad organi, armi e droghe si possono acquistare appunto anche sicari. Ma nel 99% delle volte si tratta solo di truffe”. Quello che funziona “dilaga” nel dark web, invece, è “la vendita di droga o l’assoldare degli hackers per organizzare attacchi informatici o acquistare virus informatici, così come l’acquisto di documenti falsi, tra passaporti e patenti. Ma tutto ciò che riguarda sicari, vaccini oppure organi- assicura infine il Ceo di Yarix- sono solo truffe”.

IN DARK WEB GRANDE MERCATO PEDOPORNOGRAFIA

“Un mercato che purtroppo funziona ‘bene’ nel dark web è la vendita di materiale pedopornografico”. A dirlo è Mirko Gatto, Ceo di Yarix, società a capo della linea di business Digital Security di Var Group, nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Dire. “Il dark web, ma anche Telegram, che è un social di messaggistica- spiega l’esperto- sono strumenti piuttosto utilizzati dai pedofili per acquisire o scambiare materiale pedopornografico, perché per le loro finalità sono purtroppo molto efficaci”.

Ma non esiste, potenzialmente, la possibilità di ‘fermare’ tutti questi reati?

“‘Uccidere’ il dark web tecnicamente sarebbe difficilissimo ma anche controproducente- risponde Gatto- ma spiego anche il perché: il dark web è nato soprattutto per garantire l’anonimato in rete e scambi sicuri di informazioni a giornalisti in zone di guerra o attivisti che vivono in Paesi con situazioni politiche complesse, con governi che vogliono controllare tutte le loro comunicazioni. Internet è un’invenzione strepitosa ma c’è sempre il rovescio della medaglia”. Garantire alle persone un “certo anonimato in rete è un tema etico importantissimo- prosegue il Ceo di Yarix- e la mia personale opinione è che ogni singolo individuo, quando naviga in rete, ha il diritto di poter avere l’anonimato”. Gatto è dunque “contrario alla chiusura di tutto il dark web o della dark net, perché in questo modo- conclude- verrebbe meno anche la libertà del singolo individuo, che è un tema caldissimo”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it