NEWS:

Tg Ambiente, edizione del 7 marzo 2023

Si parla di tutela del mare, clima e gasdotto Eastmed

Pubblicato:07-03-2023 14:28
Ultimo aggiornamento:07-03-2023 14:28

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

STORICO ACCORDO ONU, 30% ALTO MARE PROTETTO AL 2030

Dopo quasi vent’anni di negoziati, le Nazioni Unite hanno finalmente concordato uno storico trattato oceanico per la protezione degli habitat d’Alto Mare, l’area dell’oceano che si trova oltre le acque nazionali, il più grande habitat sulla Terra che ospita milioni di specie. L’accordo raggiunto mantiene vivo l’obiettivo 30×30 – proteggere il 30% degli oceani del mondo entro il 2030 – e fornisce un percorso per la creazione di aree completamente o altamente protette negli oceani del mondo. Il testo passerà ora alla revisione tecnica e alla traduzione, prima di essere adottato ufficialmente in un’altra sessione. L’Alto Mare rappresenta i 2/3 circa degli oceani ed è l’area di acque internazionali al di là della Zona Economica Esclusiva degli stati rivieraschi, 200 miglia nautiche dalla costa. Sono aree dove gli stati hanno diritto di svolgere attività, come pesca, navigazione o ricerca, ma sono anche cruciali per la biodiversità e la tutela del clima. Attualmente poco più dell’1% delle acque d’Alto Mare è protetto ma il nuovo trattato fornirà un percorso per istituire Aree Marine Protette. Il trattato è anche uno strumento chiave per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Kunming-Montreal – quadro globale per la biodiversità per questo decennio raggiunto alla COP15 dello scorso dicembre – di arrivare a almeno il 30% di protezione degli oceani del mondo entro il 2030, il livello minimo di protezione necessario per garantire un oceano sano, avvertono gli scienziati.

CLIMA. MELONI: DOBBIAMO IMPEGNARCI TUTTI O GRAVI CONSEGUENZE

“Dobbiamo impegnarci nella lotta contro il cambiamento climatico e contribuire con compiti e doveri specifici, con senso di responsabilità nei confronti delle generazioni future ma anche nei confronti dei nostri cittadini oggi. Lo dobbiamo fare in modo equilibrato e ciascun paese deve svolgere il proprio ruolo: se non lo faremo ci sarà un impatto profondo sull’umanità do tutto il mondo”. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento al Raisina Dialogue, a Delhi, alla presenza del primo ministro indiano Narendra Modi. Un impatto, quello dei mutamenti, che subiremo “direttamente, attraverso una carenza alimentare, siccità eventi meteorologici estremi e altri disastri”, avverte Meloni, “ma anche indirettamente, attravreso nuovi conflitti dovuti ai cambiamenti climatici, migrazione, dispute frontaliere dovute alla scarsità di risorse”. L’esigenza di accelerare la transizione energetica “sottolinea anche la vulnerabilità delle economie di tutto il mondo”, rileva la presidente del Consiglio, “tuttavia dimostra anche che il coordinamento mondiale sui cambiamenti climatici non è un gioco a somma zero ma un gioco in cui c’è da trarre vantaggio”.

ENEL DONERA’ ALL’UCRAINA 5.700 PANNELLI FOTOVOLTAICO

Enel si impegna a a donare all’Ucraina 5.700 pannelli solari fotovoltaici da 350 Watt ciascuno, per una capacità totale di circa 2 MegaWatt. Grazie al progetto ‘Ray of hope’ di Enel e Commissione europea i pannelli fotovoltaici copriranno fino a 11.400 metri quadri di tetti tra vari edifici pubblici in Ucraina. La consegna dei pannelli è prevista entro l’estate 2023. I pannelli donati da Enel saranno assegnati a edifici pubblici di primaria importanza sul territorio ucraino che forniscono servizi pubblici essenziali, come istruzione e sanità, secondo una lista di priorità stabilita dal governo ucraino. “Voglio ringraziare Enel che sta donando 5.700 pannelli solari all’Ucraina, prodotti in Europa, a Catania, con il sostegno del Fondo Europeo per l’Innovazione. Forniranno elettricità a scuole, ospedali e vigili del fuoco”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, “sono convinta che altre aziende europee così come gli Stati Membri saranno ispirati da questo primo passo, in modo che l’Ucraina possa contare su elettricità pulita, prodotta domesticamente”. Tutti i pannelli solari donati Enel sono prodotti presso la fabbrica italiana 3Sun Gigafactory a Catania, destinata a diventare lo stabilimento di produzione di moduli fotovoltaici più grande d’Europa aumentando la sua attuale capacità produttiva annua di 200 MegaWatt a circa 3 GigaWatt l’anno entro il 2024, con un investimento pianificato di circa 600 milioni di euro.


GREENPEACE: IL GASDOTTO EASTMED MINACCIA LA PACE E IL CLIMA

Il gasdotto EastMed rischia di scatenare nuovi conflitti e accelerare gravemente la crisi climatica, denuncia un nuovo rapporto pubblicato da Greenpeace. 20 attiviste e attivisti di Greenpeace Belgio provenienti da diversi Paesi europei, Italia inclusa, ha incollato davanti all’ingresso della Commissione europa a Bruxelles un adesivo gigante raffigurante un gasdotto, per ricordare che le fonti fossili sostenute dall’Ue costituiscono una minaccia per la pace e per il clima. Il gasdotto, che non entrerebbe in funzione prima del 2028, collegherebbe i giacimenti di gas israeliani e ciprioti con la Grecia attraversando le acque contese tra Grecia, Turchia e Cipro. Collegandosi al tratto offshore dell’infrastruttura gemella Poseidon, il gas arriverebbe poi in Italia, a Otranto. L’associazione ambientalista chiede di non includere il gasdotto EastMed nell’elenco dei ‘Progetti di interesse comune’ dell’Unione Europea per le infrastrutture energetiche, che beneficiano di finanziamenti comunitari e di una procedura accelerata. Se costruito, il gasdotto EastMed potrebbe essere responsabile di emissioni di gas serra equivalenti a 27 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, tenendo conto del consumo energetico, del trasporto e delle perdite, avverte il rapporto di Greenpeace.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it