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La Cina annuncia aiuti per l’Ucraina. Sale pressione internazionale per una mediazione di Xi Jinping

Pechino fornirà a Kiev strumentazioni per l'assistenza umanitaria tramite la Croce Rossa ma mantiene un atteggiamento equilibrato nel conflitto: "Con Mosca relazioni solide"

Pubblicato:07-03-2022 12:23
Ultimo aggiornamento:07-03-2022 15:45
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xi jinping cina
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ROMA – La Cina annuncia l’invio “il più presto possibile” di aiuti umanitari in Ucraina, mentre cresce la pressione della comunità internazionale su Pechino affinché assuma un ruolo di mediazione nel conflitto scoppiato due settimane fa con un’offensiva militare russa. Stando a quanto riferisce l’agenzia statale Xinhua, il ministro degli Esteri Wang Yi ha parlato del tema rispondendo ai giornalisti a margine di una sessione del Congresso nazionale del popolo.

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Il capo della diplomazia cinese ha annunciato che la Croce rossa di Pechino “fornirà strumentazioni per l’assistenza umanitaria di emergenza in Ucraina” il più presto possibile e ha inoltre affermato che evitare una crisi umanitaria su larga scala nel Paese deve essere una priorità della comunità internazionale. Il ministro ha poi rilanciato la linea d’azione espressa dalla Cina fin dall’inizio del conflitto, che consiste nel mantenere un atteggiamento equilibrato fra Russia e Ucraina, sostenendo il dialogo nell’ambito dello Statuto delle Nazioni Unite. Yi ha poi detto che le relazioni con la Russia sono “solide come una roccia” e che gli orizzonti della cooperazione con Mosca sono “brillanti”.


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Diversi Paesi occidentali hanno sollecitato un intervento più diretto da parte di Pechino. In un’intervista col quotidiano spagnolo El Mundo l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha detto ieri che “non c’è alternativa possibile” alla Cina come Paese mediatore nel conflitto in corso. Dello stesso avviso anche il primo ministro australiano, Scott Morrison, che oggi ha detto nessun altro avrebbe una presa maggiore su Mosca quanto Pechino. Il premier di Canberra, Paese al centro di una serie di tensioni con la Cina da diversi mesi, ha poi criticato il rifiuto di Pechino di definire l’operazione russa in Ucraina “un’invasione”.

PAKISTAN CONTRO PRESSIONI USA-UE: “NON SIAMO SCHIAVI”

I pachistani non sono “schiavi” di nessuno. E il loro governo resta in attesa della riconoscenza occidentale per il ruolo svolto nella guerra al terrore, “costata la vita a 80mila dei suoi abitanti”, e di un posizionamento forte della comunità internazionale sulla politica dell’India nella regione del Kashmir, che “viola il diritto internazionale”. Sono parole del primo ministro del Pakistan, Imran Khan, mentre la comunità internazionale continua a chiedere al Paese di condannare l’operazione militare russa in Ucraina.

Il premier ha risposto a una lettera inviata al governo da 22 missioni diplomatiche a Islamabad, per lo più europee. Nella missiva si chiede al Pakistan di aggiungersi alla risoluzione di condanna sul conflitto approvata la settimana scorsa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, su cui il Pakistan si astenuto.

“Gli ambasciatori dell’Unione europea hanno scritto una lettera al Pakistan, chiedendoci di rilasciare una dichiarazione contro la Russia. Chiedo agli ambasciatori dell’Ue: ‘Avete scritto quella lettera anche all’India?‘”, ha affermato ieri il premier Imran Khan in riferimento al Paese vicino, che pure si è astenuto e che con Islamabad ha da oltre mezzo secolo una controversia per la sovranità del Kashmir.

La presunta ipocrisia dell’Occidente emergerebbe anche dalla postura rispetto a quest’ultima vicenda, secondo il primo ministro. “Quando l’India ha infranto il diritto internazionale nel Kashmir abrogando il suo status di autonomia, qualcuno ha rotto i legami con l’India, ha interrotto gli scambi commerciali o ha criticato Nuova Delhi?“, ha continuato il premier, intervenuto a un comizio pubblico nell’est del Paese.

Khan ha detto che se fosse stato lui al potere durante la “guerra al terrore”, condotta da Stati Uniti e alleati in Afghanistan e Iraq dopo l’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, il Pakistan non avrebbe mai preso parte a quei conflitti come è invece avvenuto. “Ci avete mai ringraziato per quel sostegno?”, ha chiesto il capo del governo, rivolgendosi idealmente ai rappresentati dell’Occidente.
Cosa siamo noi? Siamo vostri schiavi? Facciamo quello che dite voi?“, ha aggiunto Khan, rilanciando il valore dell'”amicizia” che il Pakistan intende mantenere tanto con l’Occidente quanto con la Russia.

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