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D.i.Re: “Sono aumentati dell’11% i nuovi accessi nei centri antiviolenza”

La donna che ha subito violenza e sceglie di rivolgersi a un centro antiviolenza ha un’eta’ compresa tra 30 e 49 anni in oltre il 50% dei casi ed e’ di nazionalita’ italiana nel 73% dei casi

Pubblicato:07-03-2020 15:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:06
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ROMA – “I dati dei centri antiviolenza D.i.Re, con il significativo incremento dei nuovi accessi nell’arco dell’anno, confermano ancora una volta quanto sia importante sostenere con continuita’ queste strutture, presidio essenziale che consente alle donne che hanno subito violenza di recuperare la propria autonomia e che resta aperto anche in questi tempi di emergenza Coronavirus, perche’ la violenza contro le donne non si ferma“. Cosi’ Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, l’associazione nazionale dei centri antiviolenza gestiti da organizzazioni di donne indipendenti, presenta i dati diffusi in occasione della Giornata internazionale delle donne. 

Nel 2018 “D.i.Re ha accolto quasi 20.000 donne (dato consolidato rispetto al 2017) di cui 15.500 circa donne “nuove”, che hanno fatto il primo accesso al centro antiviolenza nel corso dell’anno. Questo dato evidenzia un incremento significativo rispetto all’anno precedente: 1.500 nuovi accessi in un anno, pari a un incremento dell’11 per cento”, spiega Paola Sdao, che ha curato la rilevazione statistica insieme a Sigrid Pisanu. I dati, riferiti in totale a 75 centri antiviolenza su 85, registrano incrementi percentuali significativi delle tipologie di supporto offerte, in particolare per quanto riguarda l’orientamento al lavoro (11%) e i gruppi di auto aiuto (7%). “Da evidenziare la capacita’ dei centri di offrire sostegno alle donne immigrate “non in regola” nell’81% dei casi”, fa notare Sdao.
I dati ancora una volta confermano il “profilo” della donna che ha subito violenza e sceglie di rivolgersi a un centro antiviolenza: ha un’eta’ compresa tra 30 e 49 anni in oltre il 50% dei casi ed e’ di nazionalita’ italiana nel 73% dei casi. La violenza maschile sulle donne e’ nella quasi totalita’, in continuita’ con i dati precedenti, violenza domestica.vL’autore della violenza e’, infatti, nella maggior parte dei casi il partner, l’ex-partner o altro familiare (56%, 21% e 10% rispettivamente) e di nazionalita’ italiana (64%).
Le violenze esercitate sulle donne sono prevalentemente di tipo psicologico (79%), fisico (61%) ed economico (34%), percentuali oramai consolidate negli anni.
“Proprio in questi giorni D.i.Re ha lanciato la campagna ‘Violenza sulle donne. In che Stato siamo?’ per richiamare l’attenzione delle istituzioni sull’importanza di attuare pienamente la Convenzione di Istanbul seguendo le raccomandazioni del GREVIO, il Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne del Consiglio d’Europa”, afferma in conclusione la presidente Veltri. “Questi dati sono un motivo in piu’ per sollecitare questo impegno, proprio nei giorni in cui l’emergenza Coronavirus ha privato le donne delle piazze dove far sentire la loro voce”.


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