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Egitto, l’Alma mater manderà i libri in carcere a Zaki

Lo afferma il rettore Francesco Ubertini, commentando l'ennesima udienza negativa per il ricercatore egiziano ormai da oltre un mese in cella nel suo Paese

Pubblicato:07-03-2020 16:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:06

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BOLOGNA – L’Alma Mater di Bologna prendera’ contatti con l’ambasciatore egiziano perche’ a Patrick Zaki sia permesso di avere i suoi libri e di continuare a studiare anche in carcere. Lo afferma il rettore Francesco Ubertini, commentando cosi’ l’ennesima udienza negativa per il ricercatore egiziano ormai da oltre un mese in cella nel suo Paese. 

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“Non ci arrendiamo- afferma Ubertini- continueremo ad andare avanti e a tenere alta l’attenzione sul caso finche’ Patrick non sara’ rilasciato. Lo sconcerto e l’amarezza di aver appreso, ancora una volta, la mancata scarcerazione del nostro studente, non intaccheranno la nostra determinazione”.


Il rettore dice di essere stato “molto colpito” dalle parole rivolte da Zaki alla sua famiglia, durante una delle visite in carcere, dicendo di volere i suoi libri per studiare anche in cella. “Sento il dovere, come rettore dell’Universita’ in cui e’ iscritto, di soddisfare la sua richiesta- dice Ubertini- proprio in questi giorni in cui la didattica e’ ripresa scrivero’ all’ambasciatore egiziano perche’ a Patrick sia data la possibilita’ di proseguire gli studi. Da parte nostra ci rendiamo disponibili come Ateneo a favorire in ogni modo questa sua volonta’”. 

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Intanto in Parlamento, la senatrice M5s Michela Montevecchi continua a sollecitare perche’ sia mantenuta alta l’attenzione sulla vicenda di Zaki. Il giovane e’ tuttora “nel limbo- sottolinea Montevecchi- la cosa certamente preoccupa. Anche questa volta all’udienza erano presenti rappresentanti della Ue e della nostra ambasciata, oltre che i rappresentanti delle ambasciate degli Stati Uniti e della Svizzera”. 

Per questo, afferma la senatrice M5s, “come membro della commissione Diritti umani rinnovo la richiesta di audizione del funzionario delegato dalla Ue per continuare ad approfondire la conoscenza della vicenda e continuare a monitorarla. Sono certa che la commissione Diritti umani continuera’ a tenere i fari puntati su Patrick al quale spero giunga il messaggio che non e’ solo”.

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