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Ecco le raccomandazioni di etica clinica della SIAARTI

Un testo finalizzato a fornire un supporto agli anestesisti-rianimatori attualmente impegnati a gestire in prima linea l'emergenza coronavirus

Pubblicato:07-03-2020 12:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:06

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ROMA – “A fronte dell’attuale situazione di emergenza a causa della diffusione del COVID-19, la Societa’ italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (SIAARTI) ha prodotto il documento tecnico “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessita’ e risorse disponibili”. E’ quanto si legge in una nota del SIAARTI. 

“Si tratta di un documento in 15 punti che SIAARTI ha diffuso e pubblicato integralmente e senza alcuna restrizione, pur essendo indirizzato a colleghi ed esperti- si legge- e’ un testo finalizzato a fornire un supporto agli anestesisti-rianimatori attualmente impegnati a gestire in prima linea una maxi-emergenza che non ha precedenti per caratteristiche e proporzioni. Come SIAARTI crediamo sia importante ed essenziale in un momento cosi’ drammatico come quello che stiamo attraversando a causa del COVID-19, offrire un supporto professionale e scientifico autorevole a chi e’ costretto dagli eventi quotidiani a prendere decisioni a volte difficili e dolorose. Migliaia di anestesisti e rianimatori oggi in Italia fanno parte di quella “prima linea medica” che sta assommando turni di 24 ore, insieme agli colleghi medici e infermieri, pur di assicurare assistenza di qualita’ e in continuita’ di cure”. 

“Ma in una situazione cosi’ complessa- spiega SIAARTI- ogni medico puo’ trovarsi a dover prendere in breve tempo decisioni laceranti da un punto di vista etico oltre che clinico: quali pazienti sottoporre a trattamenti intensivi quando le risorse non sono sufficienti per tutti i pazienti che arrivano, non tutti con le stesse chance di ripresa (leggasi: posti con speciali caratteristiche ,disponibili in aree che non possono essere ampliate in breve tempo, al netto che il loro numero possa essere al momento supportato da Sale Operatorie “convertite” bloccando l’attivita’ chirurgica…)”.


Nel Documento SIAARTI si privilegia la ‘maggior speranza di vita’. “Questo- si legge- comporta di non dover necessariamente seguire un criterio di accesso alle cure intensive di tipo ‘first come, first served’. Abbiamo voluto nelle Raccomandazioni sottolineare che l’applicazione di criteri di razionamento e’ giustificabile soltanto DOPO che da parte di tutti i soggetti coinvolti sono stati compiuti tutti gli sforzi possibili per aumentare la disponibilita’ di risorse erogabili (nella fattispecie, posti letto di Cure Intensive) e DOPO che e’ stata valutata ogni possibilita’ di trasferimento dei pazienti verso centri di cura con maggiore disponibilita’ di risorse”. Le Raccomandazioni SIAARTI cosi’ definite sono frutto di un lavoro collegiale che mette a fattor comune la normativa nazionale, le esperienze e i riferimenti scientifici, clinici e assistenziali nazionali e internazionali, profondamente intrecciati con le riflessioni dell’etica in situazioni emergenziali

I punti del Documento sono 15 e comprendono ambiti differenti su cui l’emergenza ci sta interrogando, dalla flessibilita’ dei criteri alla gestione delle comorbidita’, dalla presenza di dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT) all’inappropriatezza dei trattamenti. “Siamo consapevoli che affrontare questo tema puo’ essere moralmente ed emotivamente difficile- prosegue il testo- Come Societa’ Scientifica avremmo potuto (tacendo) affidare tutto al buon senso, alla sensibilita’ e all’esperienza del singolo AR, oppure tentare – come abbiamo scelto di fare – di illuminarne il processo decisionale con questo piccolo supporto che potrebbe contribuire a ridurne l’ansia, lo stress e soprattutto il senso di solitudine. Oltre a rappresentare per il paziente una tutela in termini di limitazione dell’arbitrarieta’ delle scelte del team curante“.

Non e’ la SIAARTI, con questo Documento di Raccomandazioni, a proporre di trattare alcuni pazienti e di limitare i trattamenti su altri. Al contrario, sono gli eventi emergenziali che stanno costringendo gli anestesisti-rianimatori a focalizzare l’attenzione sull’appropriatezza dei trattamenti verso chi ne puo’ trarre maggiore beneficio, laddove le risorse non sono sufficienti per tutti pazienti. La domanda che come SIAARTI ci sentiamo di fare in conclusione e’ dunque se l’insufficienza delle risorse poteva essere considerata, valutata e gestita in precedenza, ma la risposta a questo interrogativo (che si pone oggi di fronte ad un’epidemia che non ha eguali negli ultimi decenni) con ogni probabilita’ e’ nelle competenze e nelle disponibilita’ delle Istituzioni.

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