
NAPOLI – Un sequestro di beni mobili, immobili, societa’ e rapporti finanziari per un valore di oltre 35 milioni di euro e’ in corso a opera dei nuclei di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna e Napoli tra la Campania e il Lazio, in particolare nelle province di Napoli, Caserta e Latina. Il patrimonio e’ riconducibile a Morlando Antimo (classe ’61, attualmente detenuto), imprenditore nel settore edile e personaggio di spicco di organizzazioni criminali attive sul territorio, e a suoi prestanome. A disporre il provvedimento il Tribunale di Napoli (Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione), su proposta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Morlando era stato arrestato dagli stessi Reparti della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione Omphalos, in quanto ritenuto responsabile dei reati di usura, esercizio abusivo di attivita’ finanziaria, intestazione fittizia di quote societarie, intestazione fittizia di beni, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, tutte fattispecie aggravate dal metodo mafioso, per aver agevolato i clan camorristici Morelli prima ed Aversano poi, attivi nei comuni di Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Antimo.
L’imprenditore, gia’ in passato piu’ volte arrestato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, era considerato – anche sulla base di quanto ribadito a piu’ riprese da diversi collaboratori di giustizia – il fulcro della pianificazione delle attivita’ estorsive sul territorio, che poi venivano materialmente eseguite da altri affiliati. Nel tempo si era poi dedicato ai prestiti usurai, riuscendo in tal modo a penetrare in realta’ societarie gia’ affermate ed a prenderne il controllo in maniera occulta e surrettizia. Morlando ha poi investito nel settore immobiliare per avviare remunerative speculazioni edilizie e si e’ poi dedicato a una serie di truffe nel settore assicurativo, pur mantenendo la piena partecipazione alle diverse vicende criminali di carattere associativo perpetrate dai sodalizi camorristici di cui faceva parte.
Il provvedimento di sequestro e’ l’epilogo di complesse indagini di polizia economico-finanziaria, condotte in stretta collaborazione dalle fiamme gialle felsinee e campane, che hanno permesso di ricostruire l’intero compendio patrimoniale illecitamente accumulato dall’imprenditore e di disporre, a suo carico, il sequestro ai sensi del codice antimafia di una serie di cespiti il cui valore e’ risultato nettamente sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati dallo stesso e dal suo nucleo familiare.

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