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Marchionne: “Panda via da Pomigliano nel 2020, in Italia solo modelli ‘premium'”

ROMA - "Oggi non cambiamo nulla, la fabbrica produce bene. Certo la

Pubblicato:07-03-2017 12:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:59

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ROMA – “Oggi non cambiamo nulla, la fabbrica produce bene. Certo la futura Panda non la faremo lì, non la faremo in Italia. Con tutto il rispetto Pomigliano sa fare di meglio“. In conferenza stampa a Ginevra Paolo Marchionne parla del futuro di Fiat Chrysler Automobiles e annuncia che la produzione della Panda “andrà altrove, non ora ma nel 2019-2020”.

Lo stabilimento campano di Pomigliano d’Arco dirà quindi addio alla produzione di uno dei modelli più celebri del marchio Fca, ma l’ad del gruppo pensa a un rilancio delle produzioni ‘made in Italy’, specificando che “nella Penisola, in futuro, rimarranno solo modelli premium: Alfa, Maserati, Renegade e 500X


“La nostra strada per vivere nella globalizzazione – ha spiegato Marchionne – è nella creazione di marchi globali come Jeep e marchi iconici e premium, come Alfa e Maserati“. Proprio sull’Alfa Romeo, Marchionne è convinto che il marchio sarà destinato ad avere “un grande futuro. Siamo contenti di quanto fatto tecnicamente con la piattaforma con Giulia e Stelvio. Mi aspetto grandi cose dal marchio. E finalmente le prime Stelvio arriveranno in America nel secondo trimestre di quest’anno».

Marchionne ha poi analizzato il futuro di Fca, escludendo la possibilità di vendere i marchi del gruppo ai concorrenti e tornando a parlare dell’ipotesi di fusione con General Motors: “Non chiudo mai nessuna porta, impossibile chiudere la porta con Gm perché non si è mai aperta. Ho bussato e non ho avuto risposta. Potrei bussare di nuovo o bussare ad altre porte. Se utile per il business lo farei”.

“La mia idea sulla fusione con Gm- aggiunge Marchionne- rimane la stessa, anche se ora le sinergie sono un po’ cambiate e quindi è meno desiderabile. Abbiamo perso il 20% delle sinergie che potevano esistere con la fusione. Comunque non cambia niente. Le preoccupazioni geopolitiche se sono reali per loro, lo sono anche per noi”.

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