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Uti Friuli centrale. Serracchiani: “Invito a collaborare”

TRIESTE - Sono proseguiti, oggi, nella sede della Regione Friuli

Pubblicato:07-03-2016 17:08
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:07

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FVGTRIESTE – Sono proseguiti, oggi, nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia, a Udine, gli incontri della presidente Debora Serracchiani con l’assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin e il presidente della V Commissione consiliare, Vincenzo Martines, volti ad illustrare le modifiche alla lr 26/2014 “Riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative” e le novità intervenute con la legge regionale 136 approvata di recente dal Consiglio regionale.
L’incontro si è rivolto ai sindaci della costituenda Uti Friuli centrale composta dai comuni di Udine, Campoformido, Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pozzuolo del Friuli, Pradamano, Tavagnacco e Pavia di Udine a cui erano presenti oltre agli amministratori comunali, anche alcuni consiglieri regionali fra cui Riccardo Riccardi, Paride Cargnelutti, Roberto Novelli, Alessandro Colautti e l’assessore regionale alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro.
Con questi incontri – ha indicato Serracchiani – continuiamo a spiegare le novità attuative della riforma delle Uti e proseguiamo nel lavorare con i sindaci per mettere in piedi i tavoli tecnici che devono sciogliere i nodi per arrivare alla completa attuazione della legge 26 con la gestione di funzioni, servizi e competenze in aree più vaste all’interno delle Unioni. In questi incontri invitiamo anche i sindaci che non sono favorevoli e tutti i consiglieri regionali perché è un’occasione per ragionare assieme” e ha ricordato l’adesione alle richieste di alcuni consiglieri regionali per l’istituzione di un tavolo politico “volto a trovare, se è possibile, un punto di mediazione con chi non ritiene di aderire al progetto di riforma”.
Serracchiani nel corso della riunione ha anche invitato i sindaci a ritrovare il principio costituzionale di collaborazione fra istituzioni “un principio che dovrebbe permeare tutte le azioni amministrative” perché “si può non essere d’accordo politicamente sulle scelte ma non si può privare i cittadini del principio di collaborazione istituzionale”.
“Una legge così complessa – ha aggiunto – necessita di continui adattamenti e, fin dall’inizio, abbiamo cercato di avere obiettivi di mediazione per risolvere problemi concreti. Ora partiamo con i tavoli tecnici e credo sia importante cominciare da subito a lavorare per poter sciogliere i nodi e approdare all’attuazione concreta della riforma dal 1 luglio”.
L’invito espresso dalla presidente ai sindaci è stato quello di collaborare “da un punto di vista costituzionalmente garantito nell’interesse dei nostri cittadini”.
 I tavoli tecnici, come è stato illustrato, saranno avviati nelle prossime settimane e, nel contempo, si aprirà il tavolo politico di cui fanno parte l’assessore regionale competente, i capigruppo e i rappresentanti dei Comuni, sia quelli che non hanno approvato lo statuto senza fare ricorso sia quelli che hanno fatto ricorso, ma in prima battuta i rappresentanti dell’Uncem e dell’Anci Fvg per definire i criteri di attivazione dello stesso.
 Nel corso della riunione sono state descritte le principali novità fra cui il differimento di alcuni termini previsti dalla lr 26/2014 per determinati adempimenti. In particolare è stato ricordato che il termine previsto per la costituzione delle UTI è spostato al 15 aprile 2016. Anche la decorrenza dell’esercizio delle funzioni comunali in forma associata tramite l’Unione o avvalendosi della stessa, secondo quanto previsto rispettivamente dagli articoli 26 e 27 è spostata all’1 luglio 2016, in modo da conservare un opportuno lasso di tempo tra la costituzione delle Uti e l’effettiva operatività delle stesse.
 Sui finanziamenti è intervenuto Panontin, che ha precisato come si prevede che la quota del fondo di perequazione del trasferimento transitorio comunale sia concessa ed erogata a decorrere dall’anno 2016 a favore dei Comuni che hanno deliberato l’approvazione dello statuto entro il 15 aprile 2016 e, dall’anno successivo a quello di ingresso in Uti, per tutti gli enti che deliberano lo statuto dopo quella data. Sempre sul fondo perequativo – che sarà ripartito tra tutti i Comuni, ma assegnato solo a favore di quelli che “entrano” in Uti entro la metà di aprile – per il solo 2016, “l’ammontare – ha precisato Panontin – è ridotto, passando da circa il 15% del fondo complessivo comunale a circa il 7,5%: nello specifico da 50.738.196,02 a 26.461.487,88”.
Ad intervenire nel corso della riunione è stato anche il consigliere regionale Riccardi, che ha rinnovato le affermazioni precedentemente espresse in Aula consiliare; “la maggioranza ha il consenso e il mandato elettorale per fare ciò che ritiene” ha affermato e, pur sottolineando “che tutti ritengono necessario addivenire a forme di governo di area vasta”, ha criticato la definizione del fondo perequativo quale premialità indicando che non si tratta di un premio ma di una scelta politica anche se legittima”.

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