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Camera ricorda voto alle donne: in Aula solo 11 parlamentari

A Montecitorio la sindrome del lunedi' si abbatte sulle pari opportunita'

Pubblicato:07-03-2016 17:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:07

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ROMA – Alla Camera si discutono le mozioni sul voto alle donne, di cui ricorre il settantesimo anniversario. In Aula ci sono 11 parlamentari. Tre uomini e 8 donne. A Montecitorio la sindrome del lunedi’ si abbatte sulle pari opportunita’. Settanta anni fa, alle amministrative del 1946, le donne italiane esercitavano per la prima volta il diritto di voto. Poche settimane dopo, alle politiche del 2 giugno, eleggevano ventuno ‘Madri’ Costituenti, grazie alle quali il punto di vista delle donne entrava anche nella Carta costituente. Settant’anni dopo i gruppi politici presentano mozioni, al voto domani, che dovrebbero ricordare e rinnovare quell’impegno.

Ma la partecipazione dei deputati e delle deputate alla discussione non e’ di quelle che si faranno ricordare. Memorabile e’ semmai il vuoto dell’aula, anche tra le donne, come documentano le foto fatte pervenire all’agenzia Dire. A parte Stefania Prestigiacomo, che e’ intervenuta ed e’ subito andata via, un solo parlamentare siede nella meta’ emiciclo di destra. E’ un uomo, che lavora alacremente al portatile mentre le poche colleghe intervengono. Procedendo verso sinistra c’e’ Paola Binetti, di Ncd-Ap. La deputata prende la parola: “Non basta avere buone leggi se non si hanno buone prassi- dice- Non siamo riuscite ancora ad avere forza rappresentativa. Prendiamo atto con grande rammarico che della visione profetica delle madri costituenti non abbiamo saputo fare buon uso”.


A scorrere l’aula si direbbe che Binetti abbia davvero ragione. A parte un deputato isolato qualche sedia accanto alla sua, nella parte di sinistra dell’emiciclo ci sono solo 9 parlamentari. A cominciare dal gruppetto dem, che conta un uomo e 5 donne. Nell’ordine: Andrea De Maria, Chiara Gribaudo, Titti Di Salvo, Sandra Zampa, Cinzia Maria Fontana, Roberta Agostini. Dura quest’ultima sul mancato riconoscimento del valore politico del suffragio universale. “Il voto alle donne non fu concesso- ricorda- ma fu una conquista tutt’ora sottovalutata e non adeguatamente riconosciuta. Quanta strada ancora le donne devono fare per una piena affermazione nella vita pubblica e privata?“, chiede all’aula. A conti fatti i Democratici sono i piu’ numerosi. Dopo di loro un’ultimissima ridotta, all’estrema sinistra. Due uomini e una donna di Sel-Si. Trattasi di Arcangelo Sannicando, Daniele Farina, Lara Ricciatti. Nel suo intervento Ricciatti esprime qualche nota di ottimismo, motivata dal fatto che si andra’ a una mozione unitaria. “La convergenza su alcuni temi- dice- va oltre i gruppi parlamentari. Facciamo si’ che questi momenti non siano vissuti come un mero esercizio di retorica. Noi non siamo qui per ricordare, ma per far si’ che i nomi delle suffragette non finiscano nel dimenticatoio”.

Anche il governo non sembra attribuire importanza all’appuntamento. Il sottosegretario alla giustizia Cosimo Maria Ferri, e’ solo nei banchi riservati all’esecutivo. “La mozione unitaria e’ un segnale importante da parte di tutte le forze politiche- osserva- su temi che devono farci ripercorrere quello che e’ stato, ma che devono soprattutto dare lo stimolo per continuare il lavoro delle 21 donne della costituente. Tanta strada e’ stata fatta ma c’e’ ancora tanto lavoro da fare”. Una curiosita’: gli ospiti in tribuna ad assistere ‘ai lavori’ parlamentari erano tre volte piu’ numerosi dei deputati e delle deputate in aula. Per la precisione 33 persone, 26 ragazze e 7 uomini.

di Alfonso Raimo, giornalista professionista

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