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Settant’anni di voto alle donne, mozione di Zampa (Pd) in aula

ROMA - "Settanta anni fa le donne italiane esercitarono per la prima volta il diritto di voto. La prima volta

Pubblicato:07-03-2016 14:34
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:07

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ROMA – “Settanta anni fa le donne italiane esercitarono per la prima volta il diritto di voto. La prima volta che le donne votarono in Italia fu alle amministrative del marzo 1946. Ventuno furono le Madri Costituenti elette alle politiche del 2 giugno 1946, nello stesso giorno in cui l’Italia scelse tra Repubblica e Monarchia. Ventuno donne, provenienti dai tre principali partiti, su 556 componenti,  furono elette nell’Assemblea Costituente. Cinque di loro furono componenti della Commissione dei 75, incaricata di elaborare il progetto di Costituzione repubblicana: Nilde Iotti, Angela Gottelli, Teresa Noce, Angelina Merlin e Maria Federici. Tutte entrarono a far parte delle tre sottocommissioni, ma scelsero di concentrare il loro impegno nella prima sottocommissione riguardante i diritti e i doveri dei cittadini”.

sandra zampa1Sarà la deputata e vice presidente del Partito democratico, Sandra Zampa, a ricordare oggi alla Camera questo importante compleanno della storia democratica illustrando la mozione, di cui è  prima firmataria, dedicata al 70° anniversario del voto alle donne italiane e che domani, Giornata internazionale delle donne, sarà messa ai voti.

“Ripercorrendo la storia e il contributo che le Madri Costituenti seppero esprimere nel corso dei lavori per la stesura del nostro dettato costituzionale, la mozione richiama il ruolo svolto dalle prime parlamentari della Repubblica italiana per l’estensione dei diritti a tutte le donne, per il riconoscimento dei diritti delle lavoratrici, per la rivalutazione sociale della maternità e per la necessità della sua tutela. Particolarmente intenso fu il loro impegno per il riconoscimento dei diritti delle donne nubili, dei figli nati fuori dal matrimonio, delle vedove di guerra, delle unioni di fatto. Straordinaria la loro determinazione affinché la distinzione di genere fosse al primo posto nella formulazione dell’art.3 della Carta costituzionale che sancisce parità di accesso in tutti i settori e uguaglianza di tutti i cittadini dinnanzi alla legge.
La mozione richiama il governo sulla necessità di colmare il divario che ci separa da altri paesi in termini di reale parità di accesso, da parte delle donne, in tutti i settori e in primis al potere politico e alla vita economica: l’Italia si colloca infatti più in basso dei Paesi Scandinavi per tutti i quattro sotto-indici che compongono il Global Gender Gap Report: su 136 Paesi, è al 65 posto per quanto riguarda la scolarizzazione, 72esima per la salute, 44esima per l’accesso al potere politico e al 97esimo per la partecipazione alla vita economica. Il dispositivo chiede che il governo rafforzi la tutela dei diritti delle donne e il loro empowerment affrontando le cause strutturali della discriminazione basata sul genere e promuova la trasformazione necessaria nelle relazioni di genere per renderle egualitarie così da garantire alle donne l’effettiva partecipazione e la possibilità di assumere la leadership a tutti i livelli decisionali, politici, economici e sociali. La storia delle donne nel novecento è stata portata all’attenzione del mondo dalle conferenze mondiali dell’ONU che hanno indicato le donne come il primo soggetto per i cambiamenti del mondo nel segno dello sviluppo, dell’uguaglianza, della pace.
Nell’evidenziare lo straordinario impulso che le Madri Costituenti seppero dare alla storia della conquista dei diritti delle donne e al progresso della società italiana nel suo insieme, la mozione impegna il governo a prevedere iniziative di carattere culturale, anche attraverso la realizzazione di programmi televisivi e radiofonici, che ne ricostruiscano la storia e l’impegno politico e a promuovere nelle istituzioni scolastiche momenti dedicati alla riscoperta del ruolo che seppero svolgere nella stesura della nostra Carta Costituzionale.
In pdf il testo della mozione


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