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Patologie urinarie, al Policlinico Gemelli di Roma il Centro di medicina ricostruttiva per le donne

L’innovativo centro, il primo in Italia che si occupa in maniera esclusiva di queste patologie e che sarà operativo entro un mese, è stato inaugurato oggi dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla vigilia della Giornata internazionale della donna

Pubblicato:07-03-2016 13:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:07

women holding her hands in circle shape in front of her stomach
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ROMA – Si chiama ‘Centro di medicina e di chirurgia ricostruttiva pelvica femminile‘ ed è la nuova struttura del ‘Polo per la salute della donna e del bambino’ del Policlinico universitario ‘Agostino Gemelli’ di Roma dedicata al trattamento delle patologie urinarie femminili e del dolore pelvico cronico in tutte le sue forme, mediante apparecchiature di avanguardia e grazie all’utilizzo delle più avanzate tecnologie. L’innovativo centro, il primo in Italia che si occupa in maniera esclusiva di queste patologie e che sarà operativo entro un mese, è stato inaugurato oggi dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla vigilia della Giornata internazionale della donna. Ad accogliere il ministro, il presidente della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, Giovanni Raimondi; il direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, Enrico Zampedri; il preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Rocco Bellantone; il direttore del polo per la salute della donna e del bambino, Giovanni Scambia; il responsabile e coordinatore del centro, Mauro Cervigni.

“Il nuovo centro- hanno fatto sapere- è dedicato alla cura di patologie urinarie femminili, tra cui l’incontinenza urinaria (di cui si stimano in Italia dai 6mila agli 8mila casi l’anno) e il prolasso genitale (con circa 5mila casi l’anno), nonché al trattamento delle cistiti acute e croniche, che rappresentano la seconda causa di malattie infettive nella donna e per le quali spesso le pazienti non trovano risposte terapeutiche adeguate con importanti riflessi negativi anche sul piano psicologico. Nel centro saranno trattati anche i disturbi del tratto gastro-intestinale inferiore, quali l’incontinenza fecale e la stipsi, che rappresentano anch’esse patologie peculiari femminili che incidono fortemente sulla qualità della vita delle donne”. Un altro ambito in cui il nuovo centro darà risposte alle donne, sarà poi l’assistenza e la cura del dolore pelvico cronico in tutte le sue forme.


“La struttura- hanno proseguito- è anche centro di riferimento della Regione Lazio per la diagnosi e il trattamento della cistite interstiziale, una invalidante patologia di recente riconosciuta come malattia rara. Il trattamento del dolore pelvico cronico sarà possibile grazie alla dotazione del centro del Gemelli di apparecchiature di avanguardia e grazie all’utilizzo delle più avanzate metodologie e tecnologie oggi disponibili: chirurgia robotica, neuromodulazione sacrale, studio per la diagnosi neurofisiologica dei disturbi sensitivi del basso apparato urinario, indagini ecografiche mediante apparecchiature 3D per lo studio dei difetti del pavimento pelvico”. Il ‘Centro di medicina e chirurgia ricostruttiva pelvica femminile’, ubicato al piano 9° del Gemelli, si sviluppa su una superficie di circa 560 mq, ed è costituito da 6 locali dedicati ad ambulatori del pavimento pelvico tra cui: un ambulatorio di riabilitazione post-parto, due ambulatori di uroginecologia, un ambulatorio di ginecologia, un ambulatorio di ecografia, un ambulatorio di urodinamica, due locali adibiti a ulteriori ambulatori, un ambulatorio chirurgico”.

Ma cos’è il pavimento pelvico e quali patologie colpiscono soprattutto le donne? “Il bacino e il pavimento pelvico- hanno spiegato gli esperti- rappresentano la zona di chiusura della parte inferiore dell’addome che, soprattutto nella donna, in seguito alla differente anatomia, hanno determinato delle patologie specifiche quali l’incontinenza urinaria e il prolasso genitale. Tali patologie rappresentano pertanto delle vere e proprie patologie di genere, essendo praticamente sconosciute nel sesso maschile (tranne l’incontinenza urinaria che però è quasi sempre secondaria a interventi chirurgici)”.

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