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Sanremo ‘dimezza’ Zelensky: qui da noi sono solo canzonette

L'editoriale del direttore Nicola Perrone

Pubblicato:07-02-2023 19:23
Ultimo aggiornamento:07-02-2023 19:23

zelensky a sanremo
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ROMA – Non mi interessa, anzi me ne frego proprio. Stando agli ultimi sondaggi la gran parte degli italiani stasera vuol spaparanzarsi sul divano e sentirsi in pace le canzonette del 73^ festival di Sanremo. Chissenefrega del popolo ucraino che combatte per difendere il proprio paese e la libertà da Putin l’invasore. Chissenefrega se il presidente Zelensky voleva intervenire con un videomessaggio per sensibilizzare noi italiani, che cominciamo a trovare la guerra un pochino noiosa, che da quelle parti si sta combattendo e morendo anche per la nostra libertà. Chissenefrega se in un primo momento si era detto sì, poi trasformatosi in un ma dopo le proteste di molti politici, con in testa il leader della Lega, Matteo Salvini, e di Azione, Carlo Calenda.

Alla fine i capi azienda e conduktor hanno fatto dietrofront: Amadeus leggerà solo un messaggio scritto del presidente Zelensky. Stando ai sondaggi, sicuramente e a questi che fanno riferimento politici e vertici aziendali, la maggioranza degli italiani ritiene inopportuno inserire a Sanremo un tema serio come la guerra. Una parte anche perché considera quello di Zelensky mera propaganda politica. Avete capito bene: c’è gente che di fronte ai massacri quotidiani, al fatto che anche come Italia stiamo aiutando gli ucraini a combattere contro il nuovo fascismo russo, ad un presidente che chiede di non dimenticare il suo paese, considera tutto questo propaganda. Per fortuna la popolazione più giovane non si allinea con la maggioranza che pensa solo alle canzonette, vorrebbe che anche Sanremo si occupasse maggiormente di temi rilevanti a livello politico e sociale.

Meno male, meno male che almeno tra i giovani sia presente una coscienza che non fugge dai problemi, che non si tira indietro o cede all’ipocrisia. Resta la figuraccia a livello planetario, di un Paese che non sa prendersi sul serio, che preferisce sempre stare in mezzo o, meglio, schierarsi sempre col vincitore di turno. E meno male che alla fine, chiedendo pari condizioni, non è spuntato qualcuno per far intervenire Putin. Magari col cronometro in mano per garantire lo stesso tempo, a chi ha deciso di invadere e chi si sta difendendo dall’invasore. Per quanto mi riguarda se prima avevo intenzione di ascoltare qualche canzone adesso mi collegherò solo per il messaggio del presidente ucraino. Sono sicuro che userà le parole giuste per farci riflettere, capire l’importanza del sostegno alla causa dell’Ucraina, un paese libero che vuol essere europeo. E quando il suo messaggio sarà letto, allora forse capiremo l’importanza di quel gesto, perché come diceva il saggio amico Stanislaw Jerzy Lec: “Capita di dover tacere per essere ascoltati”. 


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