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Appesero un fantoccio di Giorgia Meloni a testa in giù, scattano 12 misure

Il manichino raffigurante Giorgia Meloni venne appeso il 10 novembre scorso durante una manifestazione: oggi sono scattati due divieti di dimora e 10 obblighi di presentazione alla pg

Pubblicato:07-02-2023 15:00
Ultimo aggiornamento:08-02-2023 16:14
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Pupazzo di Giorgia Meloni a Bologna
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BOLOGNA – Dodici misure cautelari nei confronti dei collettivi che lo scorso 10 novembre appesero un fantoccio con le sembianze della premier Giorgia Meloni a testa in giù. Sono stata risposte questa mattina dalla Digos a Bologna su disposizione del procuratore capo Giuseppe Amato e del pm Antonio Gustapane, titolari delle indagini. Destinatari rispettivamente di due divieti di dimora e dieci obblighi di presentazione alla pg, altrettanti appartenenti del Cua e di Laboratorio Cybilla per fatti commessi durante l’occupazione dello studentato di via Serlio il 19 ottobre e appunto durante la manifestazione nel centro storico del 10 novembre 2022. Oltre ad appendere ad una impalcatura sotto le Due Torri il pupazzo con le fattezze di Meloni, gli autonomi nell’occasione avevano anche danneggiato un palazzo storico del centro cittadino, imbrattando con la vernice l’ingresso di un negozio e l’intera facciata dell’edificio.

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Le indagini si sono basate, come conferma la questura, sulle numerose immagini a disposizione, che hanno permesso di individuare alcuni elementi di spicco del Cua, indagati per “vilipendio, minaccia aggravata, violenza privata aggravata, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento e accensione di fumogeni”. Per 11 attivisti l’attività d’indagine ha riguardato anche l’occupazione dello studentato di via Serlio che ha portato alla contestazione del reato di invasione arbitraria di terreni o edifici ed violenza privata in concorso. L’attività di perquisizione ha interessato anche agli spazi illegalmente occupati e direttamente collegati ai reati contestati agli indagati, di proprietà dell’Università, all’interno della zona universitaria.


IL SINDACO LEPORE: “BENE LA PROCURA, PROSEGUIRE INDAGINI”

“Abbiamo rispetto per il lavoro delle forze dell’ordine, quindi lasciamo che le indagini proseguano”. Così il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, sulle 12 misure cautelari nei confronti degli attivisti dei collettivi che nel novembre scorso appesero a testa in giù un pupazzo con le fattezze di Giorgia Meloni da una impalcatura nel centro storico.
“Apprezziamo il lavoro che la Procura sta facendo- aggiunge il sindaco- perchè non bisogna lasciare nulla al caso. Credo che in questo momento le istituzioni a Bologna siano molto unite e stiano lavorando benissimo”.

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E ORA L’ALMA MATER VALUTA AZIONI DISCIPLINARI

L’Alma Mater di Bologna verificherà se ci sono gli estremi anche per provvedimenti disciplinari a carico degli esponenti dei collettivi per i quali sono state disposte misure cautelari per il fantoccio con le sembianze della premier Giorgia Meloni appeso a testa in giù sotto le Due torri il 10 novembre scorso. “Siamo stati informati delle azioni che ha fatto la Questura- commenta il rettore Giovanni Molari, questa mattina a margine di una conferenza stampa in Ateneo- noi stiamo seguendo i fatti e offriamo come sempre massima collaborazione alle Forze dell’ordine”. Ci saranno quindi provvedimenti disciplinari da parte dell’Ateneo nel caso di studenti coinvolti? “Verificheremo”, risponde il rettore. In ogni caso, aggiunge Molari, “si sta parlando di azioni fatte dalla magistratura su fatti che in gran parte si sono svolti all’esterno dell’Università di Bologna”.

In tutto si parla di 12 misure disposte dalla Procura ed eseguite dalla Digos. Si tratta di due divieti di dimora e di dieci obblighi di presentazione ad altrettanti esponenti dei collettivi Cua e Laboratorio Cybilla, per i fatti commessi durante l’occupazione dello studentato di via Serlio (di proprietà dell’Ateneo) il 19 ottobre scorso e per quelli compiuti appunto durante la manifestazione in centro del 10 novembre.

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