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Lezioni per imparare a sparare a scuola, è polemica per le parole del sottosegretario Fazzolari

Il numero due della premier Meloni, che non ha mai nascosto la passione per le armi, smentisce l'articolo de 'La Stampa' secondo cui avrebbe proposto l'insegnamento del tiro a segno nelle scuole

Pubblicato:07-02-2023 13:19
Ultimo aggiornamento:07-02-2023 17:42

giovanbattista_fazzolari
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ROMA – “Un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole“. Sarebbe questa la frase incriminata del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, riportata questa mattina sul quotidiano ‘La Stampa’, ma già smentita dal numero due di Giorgia Meloni. Secondo la ricostruzione del giornale il sottosegretario, appena terminate le dichiarazioni congiunte della premier e del primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali, avrebbe parlato con il generale Franco Federici, consigliere militare della presidenza del Consiglio, per proporgli l’idea di addestrare gli studenti al tiro a segno.

FAZZOLARI: “NOTIZIA RIDICOLA”. E ANNUNCIA QUERELA

Una ricostruzione che lo stesso sottosegretario sostiene essere “ridicola e infondata” e per questo ha annunciato una querela nei confronti del quotidiano e del direttore Massimo Giannini. Secondo Fazzolari la chiacchierata con il generale Federici verteva sulla necessità di “fornire maggiori risorse per l’addestramento di Forze armate e Forze di Polizia e oltre a ciò l’ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi Corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro”.

Non si tratterebbe quindi di una proposta per insegnare a sparare agli studenti, ma per fornire nuove leve alle Forze armate e di Polizia facilitando l’ingresso a chi già si diletta con il porto d’armi sportivo, ma anche per gli alpinisti e paracadutisti.


 MELONI: NOTIZIA SMENTITA, CASO FAZZOLARI NON ESISTE

Io ritengo che questa cosa non sia mai esistita e Fazzolari dice di non averla mai detta. Nessuno ha mai pensato una cosa come quella. È un caso che non esiste”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni a Milano in relazione all’articolo pubblicato oggi da ‘La Stampa’ sulla proposta di insegnare l’uso delle armi a scuola che sarebbe stata avanzata dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. “Quando una cosa viene smentita dagli interessati- aggiunge Meloni- bisognerebbe prenderne atto. Invece si continua a parlare di cose che non esistono”.

OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO DI FAZZOLARI

Le opposizioni attaccano il sottosegretario. “Ecco l’ultima intuizione della destra, far sparare i giovani a scuola”, scrive su Twitter Piero De Luca, vicepresidente dei deputati del Pd. Gli fa eco, sempre su Twitter, Raffaella Paita, presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato: “Mi auguro che la smentita di Fazzolari corrisponda al vero perché saremmo di fronte all’assurdo: tagliare la 18 app da un lato e promuovere il tiro a segno nelle scuole dall’altro. Meno libri, più armi”.

LA PASSIONE DI FAZZOLARI PER LE ARMI

C’è da dire però che il sottosegretario non ha mai fatto mistero di essere un appassionato di armi, un hobby che come ha lui stesso dichiarato lo diverte e lo diletta. Una passione che ha difeso anche nelle aule parlamentari: nella scorsa legislatura, quando era un semplice senatore di Fratelli d’Italia, ha presentato una riforma per “l’abolizione del divieto di commercializzare armi corte in 9×19” il cosiddetto 9 parabellum considerato un proiettile da guerra.

Anche in quel caso Fazzolari spiegò che quella manovra era stata fatta per permettere anche all’Italia di “ospitare gare internazionali” fino a quel punto precluse “perché il calibro più diffuso al mondo”, il 9×19, “non si poteva utilizzare”. Insomma Fazzolari non vuole armare gli studenti, vuole solo rimpinguare gli organici delle Forze dell’ordine e qualche medaglia in più alle prossime Olimpiadi.

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