NEWS:

Cyberbullismo, l’esperta: “Rendere consapevoli i giovani sui rischi, anche penali”

"Se tutti, almeno una volta da bambini ci siamo sentiti dire di 'non dare confidenza agli sconosciuti' - nessuno, purtroppo, raccomanda ai ragazzini di oggi di 'non condividere i propri dati personali online'"

Pubblicato:07-02-2023 11:10
Ultimo aggiornamento:07-02-2023 11:10
Autore:

facebook e instagram non funzionano
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Il tema più importante è quello della consapevolezza. Occorre far percepire a bambini e ragazzi le potenziali implicazioni e i rischi di alcune azioni online, soprattutto legate alla condivisione di immagini, video o altri contenuti relativi a dati personali in chat o sui social network“. A parlare è l‘avvocato Sarah Ungaro, consulente senior dello Studio legale Lisi, vice presidente di Anorc Professioni.

“Purtroppo gli adulti di oggi non sono quasi mai abbastanza preparati nel fornire le giuste indicazioni o raccomandazioni ai loro figli o ai loro studenti- continua l’esperta- perché si tratta di fenomeni le cui dinamiche risultano nuove e in relazione alle quali gli adulti non hanno un bagaglio di esperienza da trasmettere, rispetto a quanto vissuto da ragazzini. Senza contare che i servizi offerti dalle piattaforme non si limitano al mero scambio di contenuti, ma in alcuni casi diventano ‘parte attiva’ nell’acquisizione di dati e informazioni personali anche da parte di minori, come ci dimostra il recentissimo caso di Replika, un servizio di chatbot basato su intelligenza artificiale, che – presentandosi agli utenti come una sorta ‘Amico virtuale’ – avrebbe acquisito anche dati e immagini di minori, forniti da questi ultimi alla piattaforma nell’interazione con la stessa. Tale piattaforma, infatti, è stata oggetto di un apposito provvedimento del nostro Garante per la protezione dei dati personali, che ha disposto la limitazione provvisoria del trattamento dei dati personali degli utenti stabiliti nel territorio italiano”.

“Tuttavia- prosegue l’avvocato Ungaro- ciò deve farci riflettere, poiché – se tutti, almeno una volta da bambini ci siamo sentiti dire di ‘non dare confidenza agli sconosciuti’ – nessuno, purtroppo, raccomanda ai ragazzini di oggi di ‘non condividere i propri dati personali online‘. Ovviamente, in tale scenario, è importante sensibilizzare i minori al tema della protezione dei propri dati personali e renderli consapevoli, da un lato, che proteggerli significa tutelare se stessi e i propri diritti, dall’altro, che alcune azioni compiute in chat e sulle piattaforme online, non solo possono essere lesive dei diritti altrui, ma possono configurare degli illeciti penalmente rilevanti” conclude.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it