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Pd-M5S vincono in 5 regioni su 6, senza più di Maio e Salvini… Solo un sogno?

L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:07-02-2020 15:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:58

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ROMA – Ormai si ragiona con gli occhi puntati alle prossime elezioni regionali. Si voterà in sei Regioni – Veneto, Liguria, Marche, Toscana, Campania e Puglia – popolose e strategiche per il futuro politico dei leader e delle forze in campo.

Capitan Salvini, dopo lo stop in Emilia-Romagna, si ritroverà a correre solo per Zaia, al terzo mandato in Veneto, e in Toscana dove è probabile che si beccherà una nuova bocciatura. Forza Italia e Fratelli d’Italia si tengono stretti i loro candidati presidenti decisi con un accordo tempo fa, ‘ammazzando’ la Lega nazionale di Salvini che tornerà ad essere Lega Nord.

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Di fronte a questo scenario, che indubbiamente creerà dei malumori, nel campo di Governo – nel Pd e tra quanti hanno a cuore il futuro del M5S – si ragiona sulla grande opportunità di ‘strappare’ altre 4 Regioni, oltre la Toscana, alla probabile sconfitta.

Oggi il segretario del Pd, nella relazione alla direzione, ha rilanciato sull’alleanza col Movimento, sulla necessità di giocarsi da alleati di Governo le prossime regionali. Tolto il Veneto, infatti, in tutte le altre regioni già ci sono candidature su cui si potrebbe registrare l’intesa: in Liguria sul giornalista Ferruccio Sansa, figlio dell’ex sindaco, o sul vicesegretario Dem, Andrea Orlando; nelle Marche c’è la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli, in Campania c’è già la possibilità di mettere in campo il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, indicato dal M5S; in Puglia il governatore uscente, Michele Emiliano, con la copertura del M5S potrebbe battere il ritorno di Raffaele Fitto in quota Fratelli d’Italia. Sarebbe un risultato clamoroso, capace di rilanciare e rafforzare l’alleanza di Governo a livello nazionale.

Ma un simile scenario ha bisogno di alcuni passaggi decisivi: che il M5S faccia chiarezza al suo interno, mettendo ‘fuori’ Di Maio e chi come lui pensa di logorare l’accordo; in questo caso anche promuovendo alla guida dell’esecutivo un ministro autorevole e riconosciuto come Stefano Patuanelli, mentre per i suoi rapporti con i leader esteri Giuseppe Conte potrebbe ben figurare alla Farnesina. È solo un sogno? Sempre meglio dell’incubo: aver un biglietto vincente e non giocarselo.

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