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Plastiche Melfi, i lavoratori a Conte: “Chiediamo ascolto”

Scrivono al premier "affinché questa ingiustizia non crei un precedente o un esempio per imprenditori scorretti che potrebbero adottare la stessa tecnica"

Pubblicato:07-02-2020 15:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:57
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POTENZA – “È con grande dispiacere doverle comunicare che con un atto di grande sciatteria istituzionale e morale, nella notte tra sabato e domenica scorsa, l’azienda per la quale lavoriamo ha portato via, in forma clandestina, tutta l’attrezzatura occorrente per la produzione di componentistica auto che producevamo dal 1995, destinata allo stabilimento Fca di Melfi, da lei recentemente visitato ed elogiato per l’avanzata tecnologia e produttività, motivo di orgoglio nazionale ed esempio per tutti i costruttori del mondo”.

Comincia così la lettera dei 40 lavoratori della Plastiche Melfi, in presidio permanente davanti alla sede dello stabilimento, al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. I lavoratori chiedono “ascolto, di dare voce – scrivono – non a un gruppo di lavoratori, padri, madri, ma alla giustizia, affinché si possa continuare a credere e a insegnare alle generazioni nuove che l’Italia è ancora una nazione in cui vale la pena vivere”. Ricordando che l’azienda è di proprietà della famiglia Affinita, con a capo Rosanna De Lucia, recentemente insignita Cavaliere del lavoro, ritengono quanto avvenuto “un gravissimo atto di prepotenza”, che priva loro “dell’unica fonte di sostentamento”.

“Noi non dimentichiamo quel forte senso di vicinanza che lei ha manifestato – continuano i lavoratori – anche pranzando con i lavoratori Fca, motivo per cui ci sentiamo ancora più legati alla sua persona. Noi facciamo appello alla sua sensibilità – concludono – all’attenta politica per il Sud, alle istituzioni, ma soprattutto alla società, affinché questo atto di ingiustizia non crei un precedente o un esempio per imprenditori scorretti che potrebbero adottare la stessa tecnica”.


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