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Spiagge, Cna: “Proroga 15 anni bene ma non basta, ecco le proposte”

ROMA - Per la Cna i 15 anni 'di respiro' per le concessioni demaniali marittime ottenuti grazie alla Legge di

Pubblicato:07-02-2019 17:41
Ultimo aggiornamento:07-02-2019 17:41

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ROMA – Per la Cna i 15 anni ‘di respiro’ per le concessioni demaniali marittime ottenuti grazie alla Legge di Bilancio per il 2019 sono un passo avanti, ma non è sufficiente. Servono ad esempio una “ricognizione e la mappatura del litorale e del demanio costiero” per valutare la disponibilità di aree, vanno riconosciuti gli investimenti, il tutto nell’ottica di “tutelare stabilmente il legittimo affidamento e quindi la continuità dell’impresa turistico-balneare”. Cogliendo “con favore la misura di sospensione del canone demaniale” per le attività turistiche che hanno subito danni dagli eventi atmosferici di fine 2018, Cna però fa il punto con l’incontro ‘Turismo e demanio marittimo‘, oggi nella sede di Roma, e propone delle soluzioni.

La proroga “non è sufficiente a risolvere la questione. E’ sufficiente a darci un po’ di ossigeno, a farci dormire con un po’ più di serenità, comunque non ci dobbiamo adagiare perché non risolve la questione- dice Sabina Cardinali, portavoce nazionale Cna balneatori- Abbiamo stabilimenti che richiedono investimenti importanti, viene chiesto sempre le imprese di qualificarsi, di riproporsi, di posizionarsi sul mercato in maniera concorrenziale e non è possibile fare investimenti che abbiano una scadenza a breve”.

“Ciò detto, va ricordato che “siamo per la maggior parte imprese familiari, piccole- segnala Cardinali- e tutto questo richiede una risoluzione. Chiediamo al governo, che si è reso disponibile attraverso la figura del ministro Centinaio, di risolvere la questione. Un primo provvedimento è stato fatto, ma questo provvedimento deve essere superato” con un intervento che “ci porti a una risoluzione diversa della questione”.


Per Sergio Silvestrini, segretario generale Cna nazionale, “c’è stato un primo successo ottenendo il blocco della Bolkestein per i prossimi 15 anni ma è una battaglia appena iniziata. I nostri operatori vogliono certezze e sicurezze, e da subito i Comuni, il Governo centrale, le Regioni devono dare risposte certe, perché nell’insicurezza si insidia il diavolo nell’insicurezza non c’è investimento, nell’insicurezza non si fanno investimenti atti a far crescere l’occupazione, non si ammodernano le nostre spiagge, non si rende più bello il nostro paese”.

Un Paese “che ha grandi condizioni di contesto, meravigliose, forse unico al mondo manca un po’ di efficienza di credibilità e di capacità di vedere il futuro con immaginazione, determinazione, ma anche con grande efficienza”.

CNA: SERVE PIANO NAZIONALE PER RILANCIO SETTORE CRUCIALE

Il turismo è una voce importante dell’economia italiana, ma il settore ha bisogno di interventi e azioni “per consolidare e rilanciare ulteriormente” il suo ruolo. E’ questa la posizione di Cna. Interventi che non puntino solo a un rilancio, azioni necessarie “per superare gli effetti non positivi di una recessione economica” che minaccia il Paese. A giudizio di Cna è “necessaria la costruzione di una moderna ed efficiente rete infrastrutturale che renda fruibili con facilità e rapidità tutte le destinazioni della nostra penisola, Sud e Isole comprese, generando situazioni favorevoli sia nei confronti dei visitatori che delle imprese operanti in tutti i territori del nostro Paese”.

Sarà poi “necessario”, avverte Cna, “incentivare e sostenere le Regioni e le imprese del turismo, affinché sviluppino prodotti incentrati su determinate tematiche quali, ad esempio, le esperienze identitarie dei territori, di cui gli artigiani sono i protagonisti. Il patrimonio rurale e culturale, la storia, la religione, la salute, le esperienze termali e di benessere, lo sport, l’enogastronomia, la musica e l’arte rappresentano forme di turismo che contribuiscono ad apportare valore aggiunto all’area interessata”. Si dovranno quindi “incentivare gli itinerari integrati con le città d’arte, sfruttando il boom del turismo esperienziale e di quello enogastronomico” e “promuovere i borghi meravigliosi e l’Italia delle destinazioni minori dove si trovano le identità del territorio legate al protagonismo dell’artigianato”.

Il turismo sottolinea Cna, è “l’espressione del territorio, di una realtà che, specie in un paese come l’italia, è contraddistinta dalla diversità delle specificità ambientali, paesaggistiche, storiche, artistiche e culturali che il territorio sintetizza e che costituiscono la vera struttura e identità dell’offerta”. La proposta è quindi quella di “mettere a sistema l’intera industria turistica per superare le tentazioni dovute alle piccole dimensioni della maggior parte degli operatori per rilanciare gli investimenti in oro di rete e Sinergie a livello di destinazione con un migliore impiego dei bandi regionali e dei fondi europei”.

E allora, sulla base di queste premesse, Cna suggerisce una serie di azioni: “Innovare, specializzare e integrare l’offerta turistica nazionale; accrescere la competitività del sistema turistico; sviluppare un marketing efficace e innovativo; realizzare una governance, che coinvolga imprese, Regioni, Parlamento, governo e sia partecipata nel processo di elaborazione del Piano delle politiche turistiche”. In questa ottica, conclude Cna, “si rende necessario un rapido confronto tra i soggetti interessati già individuati nel Comitato di promozione del turismo in Italia, per ripartire dalle fattibilità del Piano strategico del Turismo, per mettere in atto governance e strategie omogenee per l’intero Paese”. Si rende quindi “necessario- conclude Cna- un Piano nazionale sul turismo”.

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