
De Donno: “Basta sfregiare il verde pubblico in campagna elettorale”
6 febbraio 2018
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A Ostia ennesimo gesto di incuria verso il verde del territorio
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ROMA – Marciapiedi colabrodo in nome del voto. A meno di un mese dalle urne tornano nella Capitale le bacheche per le affissioni elettorali. Lunghe file di pannelli arrugginiti (sono 333 i punti autorizzati in tutta la città) piantati a suon di piccone nell’asfalto già fragile dei marciapiedi romani. Una beffa ancor più grande a vedere poi che i pannelli sono quasi tutti vuoti come se le elezioni fossero lontanissime e invece sui social la battaglia è già in atto da tempo. E allora se la dialettica politica si è spostata sul web e anche i vecchi partiti hanno capito che per raggiungere la moltitudine basta un post, la beffa per il cittadino diventa doppia.
Dal Prenestino al Nomentano, da Castro Pretorio a Prati, da via Colombo a piazza Pio XI non si salva nessun municipio: il lato oscuro della democrazia mostra tutta la sua arroganza nel ferro vecchio che da qui a un mese saranno la nuova cornice delle passeggiate romane. Su molti ancora latitano i manifesti, ma intanto i risultati della campagna elettorale sono due: tanto spazio rubato alla cittadini costretti allo slalom per evitare ruggine e detriti di asfalto ma anche le profonde voragini scavate per conficcare i pali delle bacheche. Buchi che ospitano non solo i tralicci in ferro ma anche i rinforzi in legno utili ad ancorare le vetuste strutture al terreno. Non è dato sapere se e come allo scempio verrà posto riparo dopo le urne, intanto ai romani in attesa di vedere scomparire l’incubo buche non resta che contarne di nuove cercando di non inciampare nei pezzi di asfalto fatti saltare in nome del bene comune.
6 febbraio 2018
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A Ostia ennesimo gesto di incuria verso il verde del territorio
1 febbraio 2018
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Queste le raccapriccianti immagini a cui hanno assistito tanti romani che passeggiavano lungo la strada
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