Elezioni, l’appello di Adinolfi: “Cattolici non votino partiti abortisti”
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2 febbraio 2018
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Il Partito Democratico schiera il governo in prima linea e trova nuovi compagni di viaggio: dopo la scissione a sinistra e il fallimento di Pisapia, i dem hanno arruolato i Radicali di Emma Bonino ed i moderati di Beatrice Lorenzin, oltre a Socialisti e Verdi confluiti nella lista ‘Insieme’.
La sfida si annuncia durissima, “un corpo a corpo in ogni collegio” prevede Matteo Renzi, deciso a fare di tutto per recuperare lo svantaggio accumulato: “I leader non seguono i sondaggi, li cambiano” ripete a mo’ di mantra il segretario dem.
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Obiettivo 35, forse anche 40%: il nuovo ‘capo politico’ del Movimento, Luigi Di Maio, è convinto che il successo sia a portata di mano.
Orfani di Grillo, i pentastellati cambiano pelle, si aprono alle candidature della società civile e puntano a diventare il primo partito per ottenere l’incarico dal Presidente Mattarella.
Se non avranno i numeri, la strada è già segnata: venti proposte al Parlamento da approvare con un governo di minoranza. Lega e Liberi e Uguali ascoltano.
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Silvio Berlusconi è tornato. Firmato il patto con il ‘duo sovranista’ Meloni-Salvini e raccolti gli esuli della diaspora centrista nella “quarta gamba”, l’ex cavaliere ha iniziato la rincorsa nei sondaggi.
Ma Matteo Salvini non è Umberto Bossi e, con la sua nuova Lega, punta a prendere “un voto in più” di Forza Italia per ricevere l’incarico da premier.
Per questo, nonostante le smentite, Berlusconi ha già pronta l’exit strategy: un governo di grande coalizione con il Pd, sul modello della Germania. Il presidente dell’europarlamento Tajani e l’ex leghista Maroni scaldano i motori.
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L’obiettivo è recuperare i voti degli astenuti, l’ambizione superare la doppia cifra. La lista di Pietro Grasso va avanti, chiude ogni spiraglio al Pd renziano e strizza l’occhio al Movimento 5 Stelle.
Tra i candidati tanti ‘rottamati’ che, nei collegi, promettono battaglia: D’Alema a Gallipoli, dove “non ha mai perso”, Bersani ed Errani nella ‘loro’ Emilia, Cofferati nella rossa Genova.
La campagna, però, stenta a partire e i sondaggi inchiodano Grasso al 6,5%, stretto tra la voglia di una rivoluzione ‘à la Corbyn’ e il rischio di una fallimentare ‘operazione nostalgia’.
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