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Roma, due tavoli tecnici sullo stadio: uno su volumi, uno su prescrizioni

Se tutto questo lavoro si concluderà positivamente, il 3 marzo alla conferenza dei servizi il parere del Comune diventerà positivo

Pubblicato:07-02-2017 18:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA – Saranno due i tavoli tecnici, paralleli alla conferenza dei servizi attualmente sospesa, dove As Roma e Campidoglio si confronteranno per risolvere gli ultimi problemi legati al nuovo stadio della squadra giallorossa. Il primo si occuperà di risolvere le diverse prescrizioni contenute nel parere del Comune (inizialmente si è parlato di 43 prescrizioni). Il secondo, invece, si occuperà del taglio delle cubature voluto dal Campidoglio, la ‘conditio sine qua non’ per concedere il via libero definitivo al nuovo impianto dell’As Roma. Questo, dunque, lo schema di lavoro individuato oggi durante la riunione negli uffici comunali dell’Eur tra il Dg della Roma, Mauro Baldissoni, il costruttore Luca Parnasi e i rappresentanti del Campidoglio, l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, il vice sindaco Luca Bergamo e il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito.

Il taglio al cemento colpirà il business park, anche se non è ancora chiaro in che percentuale. Da settimane le indiscrezioni si attestano su una quota del 20%. Il Comune vorrebbe salire almeno fino al 30% ma la Roma si sta opponendo dicendo che una sforbiciata maggiore rischia di compromettere, in termini di controvalore, le opere pubbliche che il club dovrà realizzare. In pratica “la coperta è troppo corta”, se si taglia troppo il premio in cubatura relativo al business park poi il costo delle infrastrutture, ovvero l’unificazione della via del Mare con la via Ostiense, il ponte verso l’Autostrada, quello pedonale e il potenziamento della Roma-Lido, diventa insostenibile per le casse di Pallotta. Se questo non bastasse sembra che anche i tecnici della Regione Lazio abbiano fatto sapere nelle ultime ore, informalmente, che una riduzione del 20% delle cubature sarebbe già troppo e che il 15% rappresenterebbe la soglia massima accettabile per restare nell’alveo dell’attuale delibera di pubblica utilità già approvata dal Comune ai tempi della giunta Marino. Andare più su comporterebbe con ogni probabilità un taglio delle opere pubbliche con il rischio di far perdere la pubblica utilità al progetto o rischiare di farlo “impallinare” da un qualsiasi ricorso.

Parallelamente al tavolo tecnico sulle volumetrie lavorerà anche quello per superare le prescrizioni contenute nel parere negativo che il Comune ha inviato alla Regione Lazio il 2 febbraio. Si tratta di osservazioni di natura tecnica, ad esempio sulla forma definitiva che dovranno avere i parcheggi, le rampe, o gli angoli di accesso di alcune strade, che potrebbero essere superati in poche giornate di lavoro. Se tutto questo lavoro si concluderà positivamente, il 3 marzo alla conferenza dei servizi il parere del Comune diventerà positivo e il progetto potrà essere approvato definitivamente. A quel punto resterebbe solo da capire come approvare la variante al Prg in Comune e firmare lo schema di convenzione finale, ovvero il contratto tra Comune e Roma. Un passaggio solo formale, quest’ultimo, che potrebbe aprire nel giro di poche ore i cantieri a Tor di Valle.


di Emiliano Pretto, giornalista professionista

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