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Tra Conte e Renzi è guerra di nervi, sullo sfondo il voto anticipato

Al momento è ancora stallo ma la situazione rischia di prendere una brutta piega

Pubblicato:07-01-2021 17:28
Ultimo aggiornamento:07-01-2021 17:34

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ROMA – “Renzi si fa intervistare da tutti i media solo per dire e ridire che il voto anticipato è impossibile, ma anche lui sa che non è così”, spiega l’esponente del Pd che, ben piazzato, è informato di quanto sta accadendo dentro la maggioranza di Governo. “Non ci sarà nessun vertice, si sta trattando, il premier convocherà il Consiglio dei ministri solo quando si sarà trovata una soluzione. Magari prima del Cdm ci sarà un faccia a faccia con i capi delegazione dei partiti”. Al momento è ancora stallo ma la situazione rischia di prendere una brutta piega. Anche il nervosismo, dentro il M5S, sta crescendo. Ad esempio, ai ‘grillini’, non solo ad Italia Viva di Renzi che oggi ha protestato pubblicamente, non è andato giù il faccia a faccia di ieri tra il ministro Gualtieri, che parlava a nome del Governo, e il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. “Il premier Conte – fanno sapere da dentro il M5S- dovrebbe fare attenzione anche alla forma, scavalcando così il Movimento si rischia di complicare e non risolvere”.

La palla è nelle mani del premier: “Tocca a lui prendere l’iniziativa- dice ancora il Dem- per noi è ormai chiaro che Renzi vuole solo togliere Conte di mezzo, che le loro richieste impossibili siano solo pretesti per farsi dire no. Ma Conte deve fare attenzione a non arrivare ad un voto in Parlamento perché se non dovesse avere la maggioranza, allora per lui sarebbe impossibile riottenere l’incarico”. Quindi? Una strada, da quanto si è capito, potrebbe essere quella di convocare il Consiglio dei ministri e lì costringere Renzi a scoprire le carte: “Renzi che fa? Ingoia il rospo o fa dimettere le sue due ministre?”. Con le dimissioni Conte potrebbe salire al Quirinale per riferire al Capo dello Stato che, a quel punto, potrebbe chiedere un passaggio parlamentare per verificare se esiste o no una maggioranza. Solo allora si saprà se il reclutamento dei ‘responsabili’ per sostituire i ‘no’ di Italia Viva è andato a buon fine. E verrà allo scoperto anche una possibile spaccatura dentro il partito di Renzi. Tra i Dem, infatti, si parla di 4-5 senatori che già hanno deciso di mollarlo e stanno chiedendo di poter rientrare. C’è poi anche l’altra campana, quella di chi si dice sicuro che Conte ce la farà anche stavolta, che Renzi si accontenterà di cambiare i suoi ministeri, magari conquistando qualche sottosegretario e posti per le nomine pubbliche in arrivo. Domani, intanto, il segretario Dem, Nicola Zingaretti, riunirà la direzione per fare il punto della situazione. Lì si capirà, e le orecchie sono già dritte, se la linea resta quella del “o Conte o elezioni” oppure se c’è un’altra possibilità. Ma bisogna fare presto, ogni giorno che passa rende la situazione più complicata. E se alla fine non ci sarà accordo? “A quel punto- dice il Dem- si andrà ad un Governo elettorale, a guida Cartabia o Cottarelli, che gestirà l’ordinaria amministrazione e porterà il Paese al voto”.


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