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Avvistata una foca monaca in Salento dopo 50 anni

L'esemplare è stato visto nelle acque dell’area marina protetta di Porto Cesareo e di Nardò. L'assessore all'Ambiente Mino Natalizio: "È una notizia entusiasmante"

Pubblicato:07-01-2021 16:07
Ultimo aggiornamento:07-01-2021 16:11
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foca monaca
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di Alba Di Palo

BARI – “È una notizia entusiasmante per il contesto naturalistico del Salento e in particolare del tratto jonico della costa. Dimostra, peraltro, che siamo stati lungimiranti a prevedere un’azione di monitoraggio della foca monaca mediterranea all’interno del parco di Portoselvaggio. Si tratta di una specie di cui si contano nel mondo solo qualche centinaio di esemplari e averne avvistata una nel nostro mare ci riempie di orgoglio”. È il commento dell’assessore all’Ambiente del Comune di Nardò (Le), Mino Natalizio, all’avvistamento, dopo mezzo secolo, di una foca monaca nelle acque dell’area marina protetta di Porto Cesareo e di Nardò.

Dal 2012 un gruppo di esperti guidati da Luigi Bundone dell’Università Ca’ Foscari di Venezia conduce regolarmente campagne di studi lungo le coste del Salento sugli avvistamenti della foca monaca e in particolare sulla disponibilità di habitat. Il mammifero frequenta abitudinariamente coste rocciose con presenza di grotte principalmente per riposare e per riprodursi. Gli studi stanno restituendo interessanti e inaspettati risultati lungo le coste della penisola salentina, dove le segnalazioni di frequentazione della foca monaca sono pressoché costanti sin dagli anni Settanta. La vicinanza del Salento alle colonie riproduttive della Grecia, infatti, rende il tratto di mare facilmente percorribile in pochi giorni. La più antica evidenza di presenza della specie lungo le coste del Salento è rappresentata dai resti di foca cacciati in epoca Paleolitica e ritrovati nella Grotta Romanelli.


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