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Covid, a Bologna la prima fase di vaccinazioni sarà conclusa a febbraio

Il direttore generale dell'Ausl del capoluogo emiliano rassicura: "La macchina funziona e siamo andati alla velocità richiesta. Siamo dentro ai tempi, le polemiche sui ritardi non hanno senso"

Pubblicato:07-01-2021 12:01
Ultimo aggiornamento:07-01-2021 12:07

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BOLOGNA – Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio la prima fase della campagna vaccinale anti-covid a Bologna sarà conclusa. Lo garantiscono le Aziende sanitarie del territorio, impegnate insieme al Comune e alla Conferenza socio-sanitaria metropolitana a organizzare le prime iniezioni agli operatori della sanità pubblica e nelle strutture per anziani. Per il prossimo 21 gennaio, ricorda il direttore generale dell’Ausl di Bologna, Paolo Bordon, intervenuto oggi in commissione Sanità a Palazzo D’Accursio, è prevista la fine del primo giro di vaccinazioni. Ma “siamo già a più di un terzo della campagna vaccinale e saremo in grado di finire prima”, afferma Bordon. Di conseguenza, aggiunge Francesco Saverio Violante, direttore della medicina del lavoro del Sant’Orsola, “verso la fine di gennaio e l’inizio di febbraio sarà completata anche la distribuzione delle seconde dosi. E questo ci fa ben sperare per il futuro”.

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In poche parole, rivendica l’assessore alla Sanità del Comune di Bologna, Giuliano Barigazzi, “la macchina funziona e siamo andati alla velocità richiesta. Siamo dentro ai tempi, le polemiche sui ritardi non hanno senso. La percentuale delle vaccinazioni va tarata sulle dosi che arrivano e sulle date delle varie fasi vaccinali”. E ribadisce: “Potremo finire anche qualche giorno prima del previsto. Non è una gara, dobbiamo solo fare quello che va fatto nei tempi giusti”. A ieri, rimarca a sua volta Bordon, “abbiamo consumato il 78% delle dosi consegnate e questo dimostra che non abbiamo perso tempo. Non è una gara, ma finire prima del previsto il primo giro serve a iniziare prima col richiamo”.


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Il piano però “è legato alle consegne e il problema delle forniture è di livello europeo- sottolinea Bordon- abbiamo avuto un primo carico di 11.700 dosi, ne dovevamo ricevere un altro lunedì da 12.800 vaccini ma non è arrivato. L’altro giorno è stata consegnata una prima parte di 3.500 dosi, stamattina è arrivato un altro carico in aeroporto di 9.360 dosi per mantenere il ritmo. Al netto della distribuzione di oggi, infatti, ci rimanevano solo 39 fiale per domani”. In ogni caso, assicura il direttore generale dell’Ausl, “non ci sono allarmi. Siamo sereni di avere scorte sufficienti fino alla prossima settimana”.

E Paolo Pandolfi, responsabile del dipartimento di sanità pubblica, aggiunge: “Ad oggi non abbiamo sprecato nulla, tutte le dosi sono state utilizzate”. Al momento, la campagna vaccinale prevede ogni giorno 1.800 iniezioni nel punto allestito in Fiera, circa 660 nelle Cra e 180 al Rizzoli. In totale si parla di 2.500 dosi in media ogni giorno e 13.000 alla settimana in questa prima fase, che prevede la vaccinazione per 36.000 persone tra operatori della sanità pubblica, operatori e ospiti nelle strutture per anziani. “I primi giorni sono stati di rodaggio- chiosa Anselmo Campagna, direttore generale del Rizzoli- ma non ci siano certo fatti trovare impreparati”.

L’INFLUENZA STAGIONALE SEMBRA SPARITA

Mentre la campagna vaccinale prosegue a ritmo serrato, l’attesa flessione della seconda ondata del Covid non c’è stata. In compenso, al momento l’influenza stagionale sembra sparita. A fare il punto della situazione sono i vertici della sanità bolognese, questa mattina in commissione in Comune. Ad oggi, sottolinea il direttore dell’Ausl di Bologna “abbiamo sempre oltre 700 persone ricoverate per Covid. Purtroppo la seconda ondata non decresce come ci aspettavamo, la curva dei contagi si mantiene a un livello molto alto. Prevediamo un mese di gennaio molto complicato“. Per questo, afferma Bordon, “è necessario procedere con i vaccini nella maniera più ampia possibile”. In ogni caso, aggiunge il direttore Ausl, “stiamo erogando comunque il 100% delle attività ambulatoriali e il 70% di quelle negli ospedali”.

In questa seconda ondata, sottolinea Francesco Saverio Violante, responsabile della medicina del lavoro del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, “abbiamo avuto molti più casi tra gli operatori sanitari rispetto alla prima ondata, perché molti contagi sono avvenuti in ambito familiare e sociale. Le misure adottate in ospedale invece hanno funzionato”. Quello che inizia, dunque, è “un periodo complicato- concorda Violante- perché andiamo verso le settimane più fredde e il picco dell’influenza. Quindi abbiamo bisogno di mantenere il personale il più possibile”. Anche per questo, secondo il dirigente del Sant’Orsola, in questa fase “devono essere vaccinati anche gli operatori che non appartengono al servizio sanitario nazionale, come gli odontoiatri, e i dipendenti delle strutture accreditate che fanno i tamponi”.

L’unica nota positiva viene proprio dall’andamento dell’influenza stagionale. “È proprio caduta- segnala Paolo Pandolfi, responsabile del dipartimento di sanità pubblica- al momento non siamo in grado di rilevare casi tra gli over 65 e abbiamo cinque casi su mille nei bambini tra zero e quattro anni. Questo vuol dire che i comportamenti anti-covid hanno grande valore anche per le altre patologie“. Le misure di comportamento anti-covid “hanno abbattuto l’influenza– concorda Lorenzo Roti, direttore sanitario dell’Ausl di Bologna- gli accessi al Pronto soccorso per patologie respiratorie non legate al covid non hanno l’importanza che avevano negli anni scorsi”.

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