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A Civitavecchia area per inumazione feti, indignazione Consulta delle Donne

Affidata ad associazione 'Difendere la vita con Maria Onlus'

Pubblicato:07-01-2020 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:49

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ROMA – Un’area del cimitero dedicata all’inumazione di “prodotti abortivi e feti entro il terzo mese che non siano stati dichiarati nati morti dall’ufficiale di stato civile”. Succede a Civitavecchia, alle porte di Roma, dove l’associazione ‘Difendere la vita con Maria Onlus’ riesce ad ottenere quanto deciso il 22 dicembre 2017 dalla Asl Roma 4 che deliberava l’approvazione e la firma del Protocollo d’intesa con l’associazione presieduta da don Maurizio Gagliardini per “l’inumazione dei prodotti abortivi per i quali non e’ stata fatta richiesta di sepoltura da parte dei genitori, o chi per essi, nelle prime 24 ore dall’espulsione del feto”.

Decisivo per rendere efficace l’atto – non risultano ulteriori piu’ recenti accordi – l’intervento dell’assessore con delega alla gestione dei servizi cimiteriali, Manuel Magliani, che negli scorsi giorni, ha annunciato “la chiusura dell’iter in collaborazione con la Asl Roma 4” e la firma del contratto di concessione di un’area cimiteriale presso il Cimitero Nuovo, specificando che “la richiesta era arrivata con la precedente amministrazione, ma non era stata portata a compimento” e definendo il servizio “un atto di civilta’”.

La vicenda ha suscitato l’indignata reazione della Consulta delle Donne di Civitavecchia, associazione attiva nella citta’ portuale in provincia di Roma dal 1988, che cosi’ ha commentato alla Dire per voce della presidente, Amelia Ciampa: “Il nostro timore e’ che con la concessione di un’area del cimitero a ‘Difendere la Vita con Maria Onlus’ stia iniziando a Civitavecchia un subdolo attacco alle donne attraverso la criminalizzazione della legge 194- dice- Chiediamo al sindaco e all’assessore alle Pari Opportunita’ un incontro pubblico e domani saremo alle 16 davanti alla sede del Comune in difesa dell’audotereminazione delle donne, per la libera scelta”.


Cosi’ la Consulta si era espressa nei giorni scorsi in una nota, una volta appresa la notizia: “L’assessore, che definisce l’iter ‘un atto di civilta”, non chiarisce nel suo comunicato che il Comune generalmente predispone, allo scopo, un terreno all’interno dei Cimitero e che la legge sin dal 1990 (Dpr 10 settembre 1990, n. 285, ndr) consente l’inumazione. Percio’ la mamma o i familiari, entro 24 ore dall’intervento o dal parto possono, se lo desiderano, inoltrare domanda scritta di inumazione. Non comprendiamo- dichiara la Consulta delle Donne- perche’ l’iter intrapreso dall’amministrazione comunale e dalle Asl Rm4 debba prevedere la concessione per 70 anni dell’area cimiteriale a dei privati, peraltro dichiara appartenenza religiosa ed esplicitamente contrari la 194, legge della Repubblica Italiana che regola la maternita’ consapevole e l’interruzione volontaria della gravidanza.

Ci pare, quindi, che, in maniera subdola l’amministrazione voglia colpire ai fianchi le donne- continua la Consulta- Chiediamo che questa materia cosi’ delicata che riguarda eventi dolorosissimi per noi donne, che si tratti di una interruzione della gravidanza spontanea o voluta, avvenga in una discussione pubblica. Chiediamo inoltre, in quanto sssociazione di essere ricevute urgentemente dal sindaco e dall’assessore alle Pari Oppurtunita’”.

“‘Difendere la vita con Maria’- si legge sul sito dell’associazione- e’ sorta per promuovere: la cultura della vita; i diritti del concepito; l’atto di pieta’ del seppellimento dei bambini non nati, in collaborazione con le istituzioni sanitarie e la Pastorale della vita”.

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