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“Ricercatori determinati”, dottorandi lucani aderiscono alla mobilitazione nazionale

"Abbiamo deciso di reagire, pretendendo un rifinanziamento pubblico dell’università che migliori le condizioni di studio e di lavoro in questo settore"

Pubblicato:07-01-2020 13:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:49
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POTENZA – Un “decoroso e doveroso” rifinanziamento pubblico dell’Università; una riforma immediata del reclutamento e del pre-ruolo, eliminando le forme di precariato e para-subordinazione; un radicale ripensamento del vigente sistema di valutazione della ricerca; l’aumento per almeno 200 milioni del Fondo integrativo statale per il diritto allo studio, così da garantire borse di studio, alloggi e residenze. Sono queste le richieste dei dottorandi e dei dottori di ricerca in Basilicata che, con il sostegno della Flc Cgil e la partecipazione del Consiglio degli studenti dell’Università degli studi della Basilicata, aderiscono alla mobilitazione nazionale indetta da “Ricercatori determinati”.

Giovedì 9 gennaio, alle 12, è previsto un incontro nella Biblioteca centrale d’Ateneo nella sede universitaria di via Nazario Sauro, a Potenza. “Le dimissioni di Fioramonti – hanno affermato i promotori dell’iniziativa – hanno denunciato una drammatica situazione: scuola, università e ricerca sono ridotte in miseria.

A partire dal 2008 l’investimento pubblico sull’università ha perso 1,5 miliardi di euro; solo l’11% di studenti e studentesse beneficia di una borsa di studio; solo il 6% di fuorisede usufruisce di un posto alloggio e meno del 10% di chi ha un assegno di ricerca attualmente in servizio riuscirà ad ambire alla posizione di docente associato, dunque il 90% del corrente personale di ricerca sarà espulso dall’università. A tutto questo – hanno spiegato – abbiamo deciso di reagire, pretendendo un rifinanziamento pubblico dell’università che migliori le condizioni di studio e di lavoro in questo settore”.


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