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Crevalcore, il ricordo in silenzio dopo 11 anni dalla strage

BOLOGNA - Dopo 11 anni è ancora vivo il dolore per le 17 vittime del disastro ferroviario di

Pubblicato:07-01-2016 16:48
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:46

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BOLOGNA – Dopo 11 anni è ancora vivo il dolore per le 17 vittime del disastro ferroviario di Crevalcore, il 7 gennaio 2005. Lo dimostrano le lacrime dei parenti e le parole del parroco della frazione Bolognina, don Francesco Scimè, durante la commemorazione di questa mattina, prima con la messa nella chiesa della Beata Vergine dei poveri a Crevalcore e poi con la deposizione delle corone di fiori al cippo del parco 7 gennaio 2005, a due passi dalla linea ferroviaria. Insieme al dolore, c’è ancora l’amarezza per una sentenza che ha imputato l’incidente al solo errore umano ma che non ha mai convinto del tutto i familiari delle vittime. Per la prima volta, quest’anno si è deciso di ricordare il disastro senza discorsi ufficiali, ma con un semplice minuto di raccoglimento davanti al monumento.

crevalcore2“Una preghiera silenziosa e sobria- la definisce don Francesco- cominciamo a chiedere a loro (alle vittime, ndr) di pregare per noi. Li considero i santi protettori della nostra gente”. Il ricordo “è vivo come il primo giorno- dice il sindaco di Crevalcore, Claudio Broglia- non deve e non può diminuire. Ma non diminuisce, perchè dentro di noi rimane una tragedia grandissima. I discorsi li abbiamo fatti per 10 anni- spiega- questo non vuol dire ridimensionare il ricordo. Anzi, vuol dire trasformarlo in una cosa che non si può più cancellare”.

Per l’11esimo anniversario “abbiamo scelto il silenzio perchè serva da monito a tutti noi– aggiunge Raffaele Donini, assessore regionale ai Trasporti- per continuare a investire nella sicurezza” del trasporto ferroviario, che “è la priorità. Per questo abbiamo investito milioni di euro”, anche su meccanismi di sicurezza “grazie ai quali si possono evitare tragedie come quella di Crevalcore”.


Insomma, “per noi è importante essere qui- afferma Donini- per testimoniare la vicinanza delle istituzioni nei confronti di chi ha subito questa tragedia, che non dimentichiamo”. Quel 7 gennaio e nei giorni successivi, ricorda don Francesco, “si era creato un clima surreale. Furono giorni di grande lavoro, silenzio e rispetto”. Poi nel 2009 la chiusura del processo, con l’assoluzione dei 10 dirigenti di Rfi e Ferrovie indagati (tra cui anche l’ex numero uno, Mauro Moretti) e il riconoscimento della responsabilità dell’incidente in capo al macchinista e al capotreno dell’interregionale che, non vedendo il semaforo rosso a causa della nebbia, finirono per scontrarsi frontalmente con un treno merci sulla linea Bologna-Verona, allora ancora a binario unico. “La sentenza non ci ha proprio soddisfatti- ammette don Scimè- certo, l’errore umano c’è stato. Ma la stazione era trasformata in un cantiere per i lavori di raddoppio della linea e la sicurezza non c’era”.

Di quel 7 gennaio, anche Broglia ricorda “il grande rispetto” mostrato da tutti gli operatori e la nebbia, molto fitta, che “fu un fattore determinante, ma che ha anche contribuito a mantenere l’incidente in qualche modo conservato, chiuso, protetto”. Anche don Michele, giovane viceparroco della chiesa della Beata Vergine dei poveri a Crevalcore, durante l’omelia ricorda “la grande nebbia, la grande tenebra di quel giorno. Il Vangelo ci invita a guardare la luce che c’è oltre, ma non ad andare oltre come se i fatti non fossero mai avvenuti. C’è una memoria da conservare, la memoria va curata. Spesso la affidiamo solo ai giornali, alla tv e all’agenda dei mass media. Ma a volte la memoria non è più aderente ai fatti e non ci prendiamo cura delle cose”.

Alla commemorazione del disastro di Crevalcore era presente anche una rappresentanza delle Ferrovie dello Stato: Orazio Iacono, direttore divisione Passeggeri regionale di Trenitalia; Cristian Colaneri, direttore di Rfi in Emilia-Romagna; Roberto Buonanni, responsabile Risorse umane di Trenitalia.
“Il ricordo di quanto avvenne a Crevalcore il 7 gennaio di 11 anni fa è motivo di dolore per tutti noi- scrive Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa, in una lettera inviata oggi al sindaco- i 17 morti, i feriti, lo strazio dei loro cari e dell’intera nostra comunità. Le tante domande ancora aperte, ma anche il ricordo di come la comunità di Crevalcore seppe reagire e affrontare con dignità e forza gli effetti del terribile disastro ferroviario. Oggi ricordiamo tutto questo, perché la memoria delle tragedie che colpiscono le nostre comunità è un modo per onorare i morti e per vaccinarsi per il futuro”.

di Andrea Sangermano, giornalista professionista

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