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BOLOGNA – La Procura di Roma indaga per istigazione al suicidio per il caso di Valerio S., l’11enne che è morto ieri pomeriggio dopo un volo dal decimo piano di un palazzo al Collatino, alla periferia di Roma. Al momento le ipotesi sono tutte aperte e gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire l’accaduto e il contesto: il ragazzino è caduto dalla finestra della sua camera poco dopo le 17. Incidente? Suicidio? Al momento impossibile dirlo. Il volo, di quasi venti metri, non gli ha lasciato scampo. L’allarme in via Igino Giordani è scattato immediatamente (una donna straniera che farebbe la donna delle pulizie o la badante nel condominio era in giardino e, sentito il rumore, ha visto il corpo a terra nei pressi di una siepe) e sono stati chiamati i soccorsi: il ragazzino è stato trasportato in ambulanza all’ospedale Bambino Gesù, ma non c’è stato niente da fare.
In casa, al momento della caduta, c’erano la baby sitter e la sorella più piccola. Non è chiaro se ci fosse anche il padre che lavorava in smartworking. Oppure, è un’altra versione che circola sui quotidiani, il padre potrebbe essere tornato a casa proprio pochi istanti dopo che il ragazzino era caduto, e lo avrebbe visto a terra nel terreno del giardino condominiale. Sul Corriere è scritto che, mentre si attendevano i soccorsi, il padre urlava a tutti di non avvicinarsi al ragazzo.
La baby sitter è stata ascoltata dagli investigatori per molte ore questa notte, nel tentativo di ricostruire la dinamica. Si cercano risposte dal cellulare del ragazzino, che nel tempo libero faceva calcio: lo smartphone è stato sequestrato e verrà analizzato per cercare di capire se emergano motivazioni all’eventuale gesto suicida. La finestra della camera da cui il ragazzino è caduto è stata trovata aperta. Nel giardino, la polizia scientifica ha svolto accertamenti su un muretto alto circa tre metri contro il quale il corpo del ragazzino avrebbe sbattuto prima di cadere nella siepe.
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