NEWS:

Il sindaco di Bologna: “Cerco casa ma non la trovo, spero di farcela”

Matteo Lepore 'si confessa' di fronte alla platea di costruttori e agenti immobiliari. E annuncia: presto un nuovo piano comunale

Pubblicato:06-12-2022 13:49
Ultimo aggiornamento:06-12-2022 14:51

matteo lepore
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – A Bologna “il conflitto sulla domanda di casa è aumentato”, assicura il sindaco Matteo Lepore parlando oggi alla platea dei costruttori di Ance Emilia e degli immobiliaristi di Gabetti. Anzi, aggiunge lo stesso Lepore dal palco: “Il sindaco di Bologna sta cercando casa e non la sta trovando, spero di trovarla nei prossimi mesi. Più in generale, è una grande questione oggi, che non potrà avere risposte nell’immediato ma nel medio periodo“. L’occasione è l’illustrazione dello studio “Why Bologna. Una nuova geografia dell’abitare”, realizzato dall’ufficio studi del Gruppo Gabetti in collaborazione con Ance al Grand Hotel Majestic. Parte anche un siparietto sul palco, con l’amministratore delegato di Gabetti Roberto Busso che risponde al sindaco: “Noi di case ne abbiamo eh…” e Lepore che replica sorridendo “sì, ma voglio sapere quanto costa”. In ogni caso, Lepore annuncia che i tempi per un nuovo piano casa in città sono maturi. “Insieme alle categorie economiche, prepareremo un piano sulla casa, che vorrei condividere, a partire- puntualizza il primo cittadino- dal riutilizzo dell’esistente e sapendo che più o meno il 75% delle case in questa città sono di proprietà. Il mercato dell’affitto ha bisogno di più dinamicità e quindi dovremmo riutilizzare i tanti alloggi inutilizzati, soprattutto nella sfera privata con qualcosa anche in quella pubblica”. Lo rimarca il sindaco in sala: “Dovremo essere in grado, grazie agli strumenti che stiamo modificando sia sul regolamento urbanistico edilizio sia sul piano urbanistico generale, di impostare un nuovo piano casa. Che parta dalle aree dismesse e dalla rigenerazione dell’esistente. Dobbiamo accelerare e mettere in campo numeri nuovi, che permettano a Bologna di mantenere la sua attrattività e di cogliere i propri obiettivi, di transizione energetica e di sviluppo economico”.

“NON SAREMO MAI COME MILANO O ROMA”

Lepore difende il modello bolognese così: “Noi non possiamo avere un mercato immobiliare come a Milano, perché la nostra scelta è diversa. Non abbiamo scelto l’Expo e dopo l’Expo di sviluppare un settore immobiliare con uno standard da 7.000-10.000 euro al metro quadro, questa non sarà mai Bologna. Non vorrei vivere io in una città con questi numeri“, confessa ancora il sindaco alla platea di costruttori e agenti immobiliari. Tra Pnrr e fondi europei il Comune sta ricevendo quasi 1,4 miliardi di euro, in questo primo di anno di bandi: invece che darli allo Stato per comprare le aree di sua proprietà, e poi trovare i soldi per fare le bonifiche, “quei fondi magari- propone il sindaco- possiamo usarli per scontare agli investitori che arrivano certi tipi di interventi, per attrezzarli già”, abbattendo i costi della rigenerazione. In tutto questo il Comune ha ricevuto da poco le richieste per il Superbonus 110%, nell’ambito del click day, e a conti fatti sono pari a un migliaio. “Allungheremo un po’ i tempi della valutazione- spiega Lepore- perché oltre a tutto questo c’è tutto il resto del lavoro. Ma in tutte le città sta accadendo questo: bene da un lato, perché rigeneriamo gli edifici, ma sono preoccupato di quello di cui ero preoccupato un anno fa. Ma quali sono le imprese che potranno fare questi interventi?”. Si risponde da solo il sindaco: “Dobbiamo far partire ancora tutti i cantieri del Pnrr e dei fondi europei. I bonus vanno bene, ma abbiamo bisogno che anche le imprese crescano, non che ne nascano sempre di nuove, meno competenti e più fragili. Le imprese italiane vanno sostenute, senza sperare che faccia le cose solo chi sopravvive. Quando facciamo un appalto, non possiamo ricominciare tre volte coi lavori. Servirebbe anche un patriottismo industriale nel settore, cominciando ad esempio- suggerisce il sindaco- a dare un nome italiano alle imprese”.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it