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Siria, Cavusoglu (Turchia): “Presto summit per il rientro dei profughi, Damasco accetti soluzione politica”

Il ministro degli Esteri turco intervenendo ai 'Med Dialogues' organizzati dall'Ispi: "Dobbiamo eliminare la minaccia di Ypg-Pkk"

Pubblicato:06-12-2019 15:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:43
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ROMA – “I profughi siriani vogliono tornare a casa. Come lo so? Noi parliamo con loro. La Turchia è il Paese che ne ospita più di tutti, ma vanno create le condizioni per il loro rientro. Per questo con Iraq, Giordania e Libano (i Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati siriani, ndr) organizzeremo una conferenza per stabilire una strategia comune”. Lo ha detto il ministro degli Affari esteri della Turchia, Mevlut Cavusoglu, intervenendo a Roma ai ‘Med Dialogues’.

Secondo Cavusoglu, “il regime di Damasco non è in grado di sostenere i loro bisogni e di creare sicurezza”.

“Osserviamo con preoccupazione l’offensiva governativa contro Idlib” ha sottolineato il ministro. “Ma questo necessita di una risposta comune: quella dei profughi siriani è la più grave crisi umanitaria dalla Seconda guerra mondiale”.


Secondo Cavusoglu, la Turchia a ottobre ha lanciato un’operazione militare nel nord-est della Siria “anche per liberare quelle aree dai terroristi”. Stando al ministro, “370mila rifugiati siriani a oggi sono tornati in Siria nelle zone in cui abbiamo ristabilito la sicurezza”.

Per Ankara, i profughi rappresentano un impegno economico consistente. “Abbiamo speso quattro miliardi di dollari” ha calcolato Cavusoglu. “Altri tre sono arrivati da impegni internazionali”.

Rispetto alla minaccia del presidente Recep Tayyip Erdogan di aprire le frontiere facendo arrivare i migranti in Europa, il ministro ha detto: “La comunità internazionale deve sostenere il nostro impegno in Siria settentrionale per mettere in sicurezza quelle aree dai terroristi. Se ci contrasta, è normale che chiederemo impegni diversi sui migranti che sono il risultato di quella crisi”.

I ‘Med Dialogues’ sono organizzati dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) in collaborazione col ministero degli Affari esteri.

CAVUSOGLU (TURCHIA): DAMASCO ACCETTI SOLUZIONE POLITICA

“Se riusciremo a convincere il regime di Damasco e i suoi sostenitori che l’unica soluzione possibile è quella politica, potremo risolvere la crisi in Siria”, aggiunge il ministro degli Affari esteri della Turchia, Mevlut Cavusoglu, intervenendo a Roma ai ‘Med Dialogues’.

La Turchia a inizio ottobre ha lanciato un’operazione militare contro le milizie arabo-curde nella Siria nord-orientale, che Ankara considera un movimento terrorista. L’offensiva turca ha causato migliaia di profughi tra i civili della regione e molti morti.

“Noi combattiamo il terrorismo” ha detto Cavusoglu. “Tra Daesh, Pkk-Ypg e Al-Qaeda per noi non c’è differenza”. Il ministro ha sottolineato di ritenere un bene il Comitato costituzionale promosso dalle Nazioni Unite.

Secondo Cavusoglu, “il governo di Damasco ha fatto fallire il secondo round dei colloqui, ponendo condizioni inaccettabili” ai delegati delle opposizioni.

Rispetto all’offensiva nella Siria nord-orientale, il ministro ha detto: “Pkk-Ypg hanno un’agenda separatista sostenuta dai membri della coalizione internazionale, come gli Stati Uniti. Per fortuna li abbiamo fermati. Solo eliminando ogni attività terroristica potremo garantire l’integrità della Siria”.

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