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Nella notte il duello tra il prof Conte e la iena Monteleone

Uno scambio senza risparmio di colpi ma con fair play. Al centro la vexata quaestio del concorso di diritto privato vinto da Conte nel 2002

Pubblicato:06-12-2019 09:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:43

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ROMA – Quasi un duello tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’inviato delle Iene Antonino Monteleone, nella notte a Palazzo Chigi. Uno scambio senza risparmio di colpi ma con fair play, a cominciare dalla difesa che Conte fa del giornalista nei confronti degli hater sui social: “Discutiamo, ma nessuno si permetta di attaccarlo”, dice Conte rivolto a quanti minacciano Monteleone su facebook.

Intorno al minuto 31 il ‘duello’ con la iena Monteleone


La serata non inizia benissimo, complice un precedente pesante: a palazzo Chigi il 30 settembre la Iena Alice Martinelli ha consegnato una fetta di parmigiano al divertito segretario di stato Usa Mike Pompeo, un gesto dimostrativo contro i dazi americani sul made in Italy. Ovvio quando la Iena Monteleone si presenta ai tornelli scatti l’allerta.

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Niente formaggio, nessun dazio questa volta. Al giornalista interessa approfondire la vexata quaestio del concorso di diritto privato vinto dal premier Conte nel lontano 2002. Un documento del 2009 proverà che Conte era in affari con Guido Alpa, che sette anni prima era stato membro della commissione giudicatrice del suo concorso? Conte che in un primo momento ha escluso la conferenza stampa, decide di scendere in sala stampa col piglio di chi vuol chiudere una volta per tutte la discussione.

“Non ha studiato abbastanza… Le dedichiamo l’ultima domanda”, punzecchia subito Monteleone. Quindi, tornato nei panni del professore, lo incalza. “Lei sta studiando questo caso da tanto tempo. Ha acquisito tutte le carte possibili e immaginabili. Ne sa piu’ di me perche’, si figuri, e’ un caso del 2002. Io le ho risposto l’altra volta per mezz’ora. Lei ci e’ rimasto male perche’ io ho pubblicato integralmente l’intervista che mi avete fatto, mentre voi per esigenze di servizio, immagino, l’avete montata. Lei continua a dimostrare di aver studiato male“.

Monteleone ribatte che anche le Iene hanno pubblicato integralmente l’intervista. Ma Conte non si dà per vinto. “Ora voglio chiederle una cosa io: ma come può scrivere che il presidente Conte ha lavorato gratis per uno dei commissari del concorso? Questa e’ diffamazione. Se lei si e’ procurata la lettera di conferimento dell’incarico dal Garante per la Privacy, ad Alpa e Conte, e io non mi sono fatto pagare, ritenendo di non aver svolto un’attività difensiva di rilievo, essendo anche il Garante un ente pubblico… Come può scriverlo. Sapendo peraltro come le ho detto che io in famiglia sono sempre stato accusato di essere poco venale. Lei al limite mi potrebbe dire che sono un frescone, che ho lavorato gratis per il garante. Non dovete approfittare del fatto che io fin dall’inizio ho detto che non avrei querelato i giornalisti. Perché questa e’ diffamazione e voi state scrivendo menzogne su menzogne“.

Un attacco duro, che tuttavia Conte accompagna con la difesa a sorpresa di Monteleone preso di mira sui social dai militanti M5s. “Così come non voglio essere offeso io, non voglio che lei venga offeso”, dice Conte.

Monteleone ricorda: “Mi hanno augurato il cancro”. Ancora Conte: “Lo voglio dire pubblicamente: non e’ accettabile. Si può anche ritenere di difendere la mia posizione, ma offendere Monteleone, i familiari, le Iene no. Perché non aggiunge nulla alla civiltà del dibattito”.
La pausa di fair play dura poco. Monteleone riparte alla carica e conferma l’accusa: Conte non si sarebbe fatto pagare una prestazione dal garante, quei soldi sarebbero stati versati ad Alpa. La Iena aggiunge: “Mi faccia fare un’altra domanda, siccome la sua versione e’ cambiata più volte…”. Conte si inalbera: “E no anche questo e’ offensivo. La mia versione non è mai cambiata. Faccia anche questa domanda”. Monteleone cita una fattura di Alpa.. “Ma quella non è una fattura, è un progetto di parcella”, ribatte Conte e ribadisce: “Anche se non le piace, quella di Alpa non è una fattura, è un progetto di parcella”.

La Iena torna sul punto: “A noi risulta che lei non abbia lavorato gratis per il garante, ma che abbia chiesto al Garante di versare anche i suoi compensi sul conto di Alpa. Lei conferma?”. Conte sbotta: “Questa è diffamazione, lei sta insistendo nella diffamazione. Io avrei chiesto all’autorità di pagare i miei compensi sul conto di Alpa? Lei è fuori di testa. Lei è fuori di testa. Io non ho fatturato e non ho chiesto il raddoppio del compenso“. Intanto si è fatto ancora più tardi. Pochi i giornalisti in sala stampa. Il presidente del consiglio raccoglie le carte, prova a tirare le fila della discussione. “Lei- dice a Monteleone- vuole dimostrare una comunanza di interessi attraverso un progetto di parcella che risale al 2009 e attraverso questo vorrebbe dimostrare una comunanza di interessi del 2002. Ma questo non potrebbe mai dimostrarlo, ed è un fatto logico che sia così, non bisogna essere esperti di diritto. Se ne faccia una ragione“.

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