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Minori, Unicef e Ue: Scuole vitali come il cibo e le medicine

L’istruzione continua a essere uno dei settori che riceve minori finanziamenti dagli appelli umanitari

Pubblicato:06-12-2016 10:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:23

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Unicef Bambini soldatoROMA – Sono circa 2 milioni i bambini che, grazie alla collaborazione fra il Dipartimento per gli Aiuti Umanitari e la Protezione Civile della Commissione europea e l’UNICEF, negli ultimi quattro anni, in 20 diversi paesi, hanno proseguito il loro percorso scolastico, affrontando le conseguenze di conflitti, disastri naturali o emergenze di altro tipo. I risultati del programma per l’Istruzione nelle Emergenze – supportato dall’Unione Europea – sono stati presentati nel corso di un evento pubblico a Bruxelles, a conclusione di un’innovativa campagna attraverso i social media per diffondere consapevolezza sul tema e coinvolgere i giovani europei. “Quando esplodono conflitti o altre crisi, i bambini non hanno bisogno solo di cibo, riparo e medicine”, ha dichiarato nel corso dell’evento al Parlamento Europeo Christos Stylianides, Commissario Europeo per gli Aiuti Umanitari e la Gestione delle Crisi. “L’istruzione può essere più di un salvavita, può fornire ai bambini uno spazio sicuro e protetto e contribuire a dare loro quegli strumenti utili per costruire un futuro migliore per sé stessi e per le loro comunità. L’Unione Europea sta quindi facendo da apripista nel supporto all’istruzione nelle emergenze”. Dei 462 milioni di bambini in età scolare e di giovani che vivono in paesi colpiti da emergenze, circa 75 milioni hanno urgente bisogno di supporto per l’istruzione.

Nonostante ciò, l’istruzione continua a essere uno dei settori che riceve minori finanziamenti dagli appelli umanitari. Ad oggi, meno del 2% delle risorse umanitarie a livello mondiale sono impiegate a tale scopo. La campagna #EmergencyLessons dell’Unione Europea e dell’UNICEF, durata 7 mesi, ha coinvolto più di 70 milioni di persone solo su Twitter, raggiungendo in particolare i giovani di sette paesi dell’Unione Europea (Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Slovenia, Slovacchia e Regno Unito). I sostenitori sono stati invitati a diffondere il messaggio fra i loro coetanei attraverso i social media, nelle loro scuole e durante eventi pubblici. La campagna si basa sulle toccanti storie di vita di bambini in Iraq, Ucraina, Nepal e Guinea, che hanno continuato a studiare nonostante guerre, disastri naturali ed epidemie. “I bambini sono pronti a compiere sforzi straordinari pur di continuare a studiare, anche nelle circostanze peggiori”, ha dichiarato Justin Forsyth, Vice Direttore Generale dell’UNICEF. “Spetta a noi garantire che abbiano a disposizione le risorse necessarie per farlo. L’Unione Europea è stata d’esempio: si è impegnata ad aumentare, nel 2017, fino al 6% i fondi per gli aiuti umanitari per l’istruzione nelle emergenze. Speriamo che questo esempio venga seguito da altri”.

Christos Stylianides ha dato questo annuncio lo scorso 30 novembre, a Bruxelles, nell’ambito dell’International Education in Emergencies Forum. La campagna ha ricevuto anche il supporto di altre celebrità, come l’attore britannico Tom Hiddleston, l’astronauta dell’ESA/Agenzia Spaziale Europea, Capitano Pilota dell’Aeronautica Militare e Goodwill Ambassador dell’UNICEF Italia Samantha Cristoforetti, il giocatore di basket sloveno Boštjan Nachbar, la conduttrice ungherese Kriszta D. Tóth e il ballerino slovacco Jaro Bekr. Nel corso dell’evento a Bruxelles, una rappresentanza di bambini e ragazzi dei Paesi coinvolti nella campagna – tra cui la Giovane Ambasciatrice della campagna per l’Italia Jovana Kuzman – ha lanciato il proprio appello per chiedere un maggiore impegno a livello internazionale sui programmi che permettono ai bambini nelle emergenze di proseguire il loro percorso scolastico. All’evento ha partecipato anche una delegazione italiana composta da 4 ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 17 e i 18 anni: Emanuele Greco, Elisa Ciaffei, Hiba Nairi e Christian Recchia. Per la chiusura della campagna #Emergencylessons, l’UNICEF e l’Unione Europea lanciano l’ultima video storia “Emoji” ambientata in Nepal, che nel 2015 è stato colpito da un violento terremoto in cui sono morte 9000 persone. Con questa video storia, un bambino nepalese, Amosh ha raccontato la sua terribile esperienza e descrive attraverso un Emoji il significato che per lui ha avuto l’istruzione in questa emergenza.


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