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La Libra ci ritenta: 8 migranti verso l’Albania, ma è ancora scontro sui “Paesi sicuri”

Una nuova sentenza del tribunale di Catania frena sul 'decreto Paesi sicuri', ma il ministro della Giustizia sostiene che "si valuterà caso per caso". Dall'opposizione proteste contro lo spreco di costi

Pubblicato:06-11-2024 13:41
Ultimo aggiornamento:06-11-2024 13:41
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ROMA -Una nuova partenza di migranti verso l’Albania solo “quando ci saranno le condizioni”: lo aveva detto alla stampa due giorni fa, il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, quando si erano fatte insistenti le voci sulla “riattivazione” della nave della marina militare Libra per un trasporto “bis” di migranti in Albania.

E a distanza di due giorni quindi le condizioni sono arrivate dato che il pattugliatore Libra è diretto in Albania con a bordo 8 migranti, recuperati in mare due giorni fa a sud di Lampedusa. Arriveranno, secondo le previsioni, in territorio albanese già domani mattina all’hotspot di Shengjin.

NORDIO: “PAESI SICURI, OCCORRE VALUTARE CASO PER CASO”

Questa mattina, sul tema e sulle ultime modifiche normative compiute dal governo che dovrebbero superare l’impasse giuridico con l’Ue, si è espresso direttamente il ministro della Giustizia Carlo Nordio, durante la 15esima edizione del Salone della Giustizia. “I paesi possono essere sicuri, o esserne in parti- spiega riferendosi all’aggiornamento dell’elenco dei paesi considerati sicuri da parte italiana- Alcuni non sono considerati sicuri per il contrasto all’omosessualità, se una persona chiede asilo perché si dichiara omosessuale, occorre valutare caso per caso se un paese è considerato non sicuro per determinate situazioni. Se una persona con prole chiede asilo perché omosessuale, questa richiesta verrebbe negata perché quella persona omosessuale non è”.


CASCINO (ANM CATANIA): “GLI ATTACCHI IMPEDISCONO UN LAVORO SERENO AI MAGISTRATI

Aumentano però i magistrati che gelano le aspettative del governo con le loro sentenze. Dopo Roma e Bologna, infatti anche a Catania qualcuna delle toghe ha messo in discussione la legittimità del decreto “Paesi sicuri”, appena aggiornato per impedire il rinvio di migranti dall’Albania all’Italia. E sulle reazioni della politica, interviene oggi il presidente della Giunta Anm di Catania Giancarlo Cascino, intervistato su LaMagistratura.it per chiedere un ambiente di lavoro “più sereno”.
“Il principio di autonomia e indipendenza, che è il principio costituzionale cui deve ispirarsi il lavoro del magistrato, impone un ambiente sereno di svolgimento della funzione- sostiene il magistrato- Questo perché il mestiere già di per sé è difficile, farlo in questo contesto vuol dire vivere sempre sotto i riflettori, sotto lenti di ingrandimento che rendono assolutamente rischioso il lavoro del magistrato. E che richiedono ulteriori caratteristiche che non sono solo quelle della preparazione, ma anche della capacità di essere impermeabili alle critiche che, puntualmente, arrivano sul lavoro che viene svolto. Non è un modo sereno di lavorare e questa è una cosa che va criticata fortemente”.

Intanto non si placano le polemiche sull’invio di migranti nei centri per il rimpatrio albanesi da parte dell’opposizione e delle associazioni che si battono per l’abolizione dei Centri di accoglienza e rimpatrio dei migranti.

BONELLI (AVS):” IN 8 SU UNA NAVE DA GUERRA, UN VIAGGIO DA 36 MILA EURO A MIGRANTE

Una nave da guerra della Marina Militare viene utilizzata per trasportare 8 migranti da Lampedusa in Albania, se qualcuno aveva dei dubbi questa è la prova provata che ci troviamo di fronte ad un’operazione di propaganda politica che sperpera denaro pubblico. Un viaggio che costa ben 36 mila euro a migrante”. Così in una nota il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.

MAGI (EUROPA+): “LIBRA CON 8 PERSONE IN ALBANIA? SIAMO ALLE COMICHE”

“La grande strategia di Meloni e Salvini di contrasto all’immigrazione ha portato oggi a un nuovo enorme successo: ben 8 persone in questo momento sul pattugliatore Libra stanno raggiungendo i Cpr in Albania. Siamo alle comiche, se non fosse che i Cpr albanesi sono fuori dal diritto europeo e costano ben 1 miliardo di euro ai contribuenti italiani, che pagano per dei centri che finora hanno ospitato solo 12 persone. Un enorme spreco di denaro pubblico, una ignominia sul nostro Paese che fa un altro passo fuori dal diritto europeo, una triste pagina per i diritti umani. Meloni sta deliberatamente scegliendo di andare allo scontro con la ragionevolezza, con il diritto e lo fa contro ogni interesse degli italiani. Ammetta piuttosto il fallimento, chiuda i Cpr in Albania e chieda scusa”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.

ATTIVISTI ITALIANI E ALBANESI IN PROTESTA A TIRANA PER L’ANNIVERSARIO DEL PROTOCOLLO RAMA-MELONI

Mentre l’associazione Mai più lager- No ai Cpr” rilancia attaccando quello che definisce “un costosissimo sequestro di Stato sulla pelle di 8 persone”. E annuncia la partecipazione di una sua delegazione oggi a Tirana alla manifestazione di protesta, organizzata nell’ambito del Network Against Migrant Detention (l’assemblea nazionale NoCPR) in occasione dell’anniversario del protocollo Meloni-Rama, a un anno dalla firma.

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