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Elicottero precipitato, il padre del copilota: “Ho il cuore a pezzi”

Proseguono le attività di recupero dei corpi delle vittime

Pubblicato:06-11-2022 12:42
Ultimo aggiornamento:06-11-2022 18:04
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BARI – “In questo momento ho il cuore a pezzi. Mio figlio era un ragazzo solare, la sua passione era il volo. Era chiuso ma attento e legato alla sua famiglia, agli amici, alla natura e a Lakita, il suo cane”. Sono le parole di Francesco Nardelli, papà di Andrea il copilota di 39 anni morto ieri nell’incidente che ieri ha coinvolto l’elicottero W109 di Alidaunia, precipitato in località Castel Pagano ad Apricena dopo essere decollato da San Domino, isola dell’arcipelago delle Tremiti per raggiungere Foggia, dove non è mai arrivato. Le altre vittime della disgrazia sono Maurizio De Girolamo, 64 anni, medico del 118 che stava rientrando a casa dopo il turno di lavoro, il pilota Luigi Ippolito 60enne di Foggia e la famiglia slovena composta da Bostjan Rigler, di 54 anni, MatejaCurk Rigler di 44 anni, Jon e Liza Rigler rispettivamente di 14 e 13 anni.

Il 39enne “era dal 2007 in Alidaunia, società che non ha mai avuto un problema: sempre perfetta da tutti i punti di vista – aggiunge il padre – purtroppo doveva succedere”. E racconta: “Ci siamo visti la sera precedente perché ha portato il cane a casa e ci siamo salutati”. “Generalmente in questo periodo era in elisoccorso, poi invece ieri avranno avuto necessità del secondo pilota per le Tremiti: era abilitato su tutti gli aeromobili” e veniva impiegato “a seconda delle necessità dell’azienda”. Anche il comandante, Luigi Ippolito “era di esperienza: il numero uno dell’Alidaunia”, prosegue.

RECUPERATE TUTTE LE SALME

“È stato psicologicamente stressante per tutti i miei uomini. Ci siamo occupati delle ricerche e ora della movimentazione delle salme verso il centro di coordinamento supportando i vigili del fuoco che materialmente hanno estratto sei delle vittime dal cabinato dell’elicottero. Un unico corpo invece era fuori dal mezzo: quello del medico del 118. Sono stati movimenti davvero duri”. Così, alla Dire Gianni Grassi, presidente del soccorso alpino e speleologico della Puglia, racconta le ultime 24 ore trascorse prima a cercare l’elicottero AW109 dell’Aulidaunia scomparso dai radar e poi a recuperare i corpi sei sette a bordo.


I cadaveri sono stati tutti recuperati: saranno disposti nel centro di coordinamento, che è sede di una cooperativa, che si trova non lontano dal luogo della tragedia. A lavoro ci sono stati 35 esperti tra tecnici e personale sanitario del soccorso alpino. “Abbiamo mandato anche un mezzo medicalizzato sperando che ci fossero superstiti”, dice ripercorrendo la giornata di ieri Grassi per poi sottolineare che “il nostro intervento è stato determinato dalle caratteristiche in cui il mezzo è precipitato che è molto impervio”. Sul posto ci sono i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Foggia, i volontari di protezione civile e i vigili del fuoco.

INCHIESTA ANCHE PER OMICIDIO COLPOSO

Disastro aviatorio colposo ed omicidio colposo plurimo a carico di ignoti: sono i reati per cui la procura di Foggia ha aperto l’inchiesta per fare chiarezza sull’incidente avvenuto ieri nel Foggiano ad Apricena in località Castelpagano. Le indagini sono affidate al nucleo investigativo del comando provinciale di Foggia. La magistratura foggiana ha nominato consulenti tecnici per gli aspetti medico-legali e per le questioni aeronautiche. Sulla disgrazia indaga anche l’agenzia nazionale per la sicurezza del volo che ha disposto l’invio di un team investigativo per raccogliere informazioni e analizzare tutti i documenti ufficiali della società di trasporto aereo a partire dalla manutenzione passando per il piano di volo, senza tralasciare i curricula di chi era ai comandi nella cabina di pilotaggio. L’inchiesta servirà ad accertare le possibili cause dell’incidente e per individuare eventuali profili di responsabilità penale nei confronti di soggetti a vario titolo coinvolti.

ELICOTTERO PRECIPITATO, VACCARO: ROTORE DISTANTE DA FUSOLIERA

“Il rotore” dell’elicottero AW109 di Alidunia precipitato ieri nel Foggiano “è stato trovato a circa 100-150 metri di distanza rispetto alla fusoliera. Verosimilmente il velivolo ha impattato con il suolo prima con il rotore, si è impennato e poi ha impattato il resto dell’elicottero“. Lo ha detto il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro nel corso della conferenza stampa convocata all’indomani dell’incidente aviario ad Apricena (Foggia). Si tratta però di un’ipotesi da verificare. Sulla rimozione della carcassa dell’elicotteroil procuratore ha spiegato che i tempi dipendono dai consulenti tecnici. “Se consentiranno il taglio della carcassa, allora i tempi saranno più brevi”, ha dichiarato.

IL PROCURATORE CAPO VACCARO: SU CAUSE NULLA ESCLUSO

Sulle cause che hanno provocato l’incidente aviario ad Apricena (Foggia) “un’idea ce la siamo fatta ma non l’abbiamo comunicata neanche ai tecnici sia perché non abbiamo avuto ancora gli incontri, sia perché io voglio che si facciano prima loro un’idea per non condizionarli in alcun modo”, ha proseguito Vaccaro nella conferenza stampa sulla disgrazia avvenuta sul Gargano.

“Abbiamo esaminato già i primi atti di indagine, abbiamo un’idea, ma bisogna stare attenti anche sul farsi un’idea”, ha ripetuto Vaccaro che, rispondendo ai giornalisti ha precisato che “non tutti gli elicotteri hanno la scatola nera e si sta verificando se questo elicottero ne era munito“. Non ha invece potuto rispondere a chi gli ha chiesto se la società Alidaunia, proprietaria del mezzo precipitato, abbia comunicato o no della presenza della scatola nera a bordo. “La scatola nera aiuta ma anche se non c’è, i tecnici sono veramente esperti: sono intervenuti subito e hanno anche rappresentato l’opportunità di un loro intervento immediato. Stanno facendo i rilievi sul posto quindi, siamo fiduciosi che una ricostruzione si farà a prescindere della scatola nera“, ha sottolineato il procuratore.

L’elicottero “non ha strumentazione radar, ha della strumentazione che consente di navigare anche non a una vista”, ha continuato Vaccaro confermando che “non ci sono indagati perché non ci sono al momento elementi indiziari a carico di persone determinate”. La procura indagata per disastro aviario colposo e “conseguentemente di omicidio colposo plurimo”. Tutte le ipotesi restano in piedi, compreso il guasto meccanico. “Non abbiamo escluso niente” compreso il guasto tecnico “C’era il maltempo è un dato di fatto però ipotesi non ne facciamo”.

IL PROCURATORE CAPO VACCARO: PRESERVATI CORPI VITTIME

“Ci tengo a dirlo per i familiari delle vittime che la zona è stata preservata: tutto è stato coperto con un telone, sia i corpi, sia tutto l’aereo. L’area è stata presidiata anche” per evitare “il pericolo di animali e quant’altro, perché è impervia e boscosa. Abbiamo assicurato assolutamente il rispetto delle salme, pur non potendole recuperare”, ha spiegato Vaccaro nel corso della conferenza stampa

“È un momento di grande dolore per questa tragedia che si è verificata”, ha continuato Vaccaro precisando che “la prima cosa che abbiamo fatto è stata accertare se ci fossero dei sopravvissuti, questo ha comportato un po’ di tempo. Ieri sera, abbiamo avuto la certezza che purtroppo c’erano 7 morti: 5 passeggeri e due membri dell’equipaggio. A quel punto le operazioni non sono potute proseguire perché non potevano essere svolte in sicurezza, per la pioggia e perché l’elicottero si trova su un pendio e rischiava di scivolare. Si sentiva un odore di cherosene, di carburante che poteva anche creare rischio di incendio. Per cui si sono dovute sospendere e proseguire questa mattina”.

L’autopsia non sarà disposta “verosimilmente” su tutte le vittime “certamente sui piloti”, ha annunciato il procuratore spiegando che “le salme recuperate sono state trasportate nell’obitorio dell’ospedale di San Severo” dove è stata “prevista un’assistenza psicologica per parenti”. “I parenti dei turisti sloveni non sono arrivati ma sta arrivando il console e non so se abbiano delegato lui – ha aggiunto – Anche nella tarda serata di oggi proveremo a dare nullaosta per la restituzione delle salme alle famiglie”.

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