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Mancano mascherine e personale, gli infermieri denunciano: “Problemi in ospedale sono gli stessi della prima ondata”

Il grido d'allarme del sindacato degli infermieri Nursind di Bologna: "Non possiamo più accettare che gli infermieri vengano ancora stressati in questo modo"

Pubblicato:06-11-2020 12:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:11

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BOLOGNA – Mancanza di personale, carenza di dispositivi di protezione e disorganizzazione delle Aziende. In poche parole, i problemi della prima emergenza Covid “si stanno ripresentando” anche in questa seconda ondata. A denunciarlo è il sindacato degli infermieri Nursind di Bologna, facendo il punto della situazione nelle strutture sanitarie del capoluogo emiliano.

“Alcune settimane fa avevamo segnalato le criticità che si potevano presentare in una seconda ondata Covid- sottolinea Antonella Rodigliano, segretario del Nursind di Bologna- dopo sei mesi ci aspettavamo piani per il rafforzamento del personale e la sicurezza dei lavoratori, anche per quanto riguarda la dotazione di dispositivi di protezione individuali”. Invece, attacca Rodigliano, “quello che abbiamo vissuto nella prima emergenza purtroppo si sta ripresentando, con una disorganizzazione da parte delle Aziende”.

Il sindacato critica anche la mancanza di coinvolgimento sulle decisioni, che vengono prese dai vertici in maniera “unilaterale”. L’Ausl, cita ad esempio Rodigliano, “ha assunto infermieri da mandare a lavorare nelle Rsa che dovrebbero accogliere pazienti Covid, ma che al momento non ne hanno. Quindi non comprendiamo questa scelta, visto che i grandi ospedali sono in forte sofferenza”.


Il Nursind chiede dunque maggiore coinvolgimento e un aggiornamento settimanale dei dati sui ricoveri, anche per condividere le eventuali riconversioni e lo spostamento degli operatori. “Non possiamo più accettare che gli infermieri vengano ancora stressati in questo modo“, avverte Rodigliano, che critica anche il piano di riorganizzazione dei posti letto. “Non era il momento per farlo, andavano potenziati- punta il dito la numero uno del sindacato infermieri- ci avevamo visto lungo”.

Il Nursind chiede quindi di “velocizzare il più possibile” i concorsi per assumere nuovo personale, anche per garantire il riposo agli operatori in prima linea. “Seguire i pazienti covid non è solo assistenza fisica, ma anche emotiva, perchè si seguono anche i familiari e può diventare un fine vita”, sottolinea Mara Fuzzi, delegata Nursind e infermiera al carcere Dozza di Bologna.

Il personale è emotivamente e fisicamente distrutto da mesi di paura e lavoro, c’è bisogno di dare ossigeno ai colleghi perchè possano recuperare le forze”, incalza Anna Esposito Fabiano, delegata Nursind e infermiera in forza all’Ausl di Imola, che invita anche le aziende sanitarie a “non abbassare la guardia” sul monitoraggio del personale coi tamponi.

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