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Sileri: “A dicembre riapriremo, il lockdown è una terapia di prevenzione”

"Questo uno stop & go che ci permetterà di prepararci ancora di più e sconfiggere questo maledetto virus”

Pubblicato:06-11-2020 11:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:11

sileri sottosegretario salute
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ROMA – “Rispetto alla domanda se riapriremo ai primi di dicembre, dopo queste restrizioni, io penso di sì. Non vedo perché no: il lockdown è una terapia profilattica, di prevenzione, e questo uno stop & go che ci permetterà di prepararci ancora di più e sconfiggere questo maledetto virus”. Lo ha detto il viceministro Pierpaolo Sileri, ospite di Radio Nsl.

“PIANO PANDEMICO NON HA FUNZIONATO IN DIVERSI PAESI UE”

“Critiche devono esser fatte, scuse devono essere richieste: il piano pandemico che non ha funzionato è un problema che ha riguardato diversi Paesi europei. Discorso analogo sull’uso delle mascherine: con il senno del poi e’ facile dire che la mascherina andava usata, ma gli stessi scienziati, anche l’Oms, lo hanno sottovalutato”.

“PER LE CARENZE DEGLI OSPEDALI “INVERTIRE LA ROTTA DEGLI INVESTIMENTI IN SANITÀ”

 “Come risolvere le carenze negli ospedali nell’assistenza ai malati Covid e’ una bella domanda. Se ci sono dei percorsi all’interno dei processi che stavano gia’ cambiando dentro le strutture, e’ un esito di cui si fatica a vedere il cambiamento durante l’emergenza. Ricordiamo pero’ che la sanita’ ha subito 30 miliardi di tagli negli ultimi dieci anni: e’ stato il personale sanitario a salvare il funzionamento della macchina dell’assistenza in tutti questi anni. Pero’ adesso vanno fatti investimenti e assunto nuovo personale, non solo: i pazienti fragili e anziani devono trovare risposta, per le richieste piu’ semplici e gestibili in telemedicina, con la prossimita’ dei medici, la vicinanza”.


“DOVE IL RISCHIO È ALTO È NECESSARIO CHIUDERE, PARAMETRI OGGETTIVI

Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’e’ desta”, su Radio Cusano Campus, riguardo alle polemiche sui parametri per la categorizzazione delle regioni in aree di rischio, ha affermato: “Si tratta di parametri che valutano 21 fattori. In sintesi si va a vedere qual e’ la capacita’ diagnostica sul territorio, la capacita’ di poter ricoverare i pazienti, quindi si valuta non solo l’andamento dell’epidemia, ma anche la risposta del sistema sul territorio. Dove c’e’ alto rischio- ha precisato- e’ necessaria una chiusura temporanea che consenta in un paio di settimane di abbassare i numeri. Sono parametri numerici oggettivi, che non hanno nulla a che vedere con la politica, parlare di centrodestra e centrosinistra e’ una stupidaggine. Non vi e’ un colore politico, e’ come una diagnosi del territorio. Quello che e’ successo oggi ad una regione, tra due settimane potrebbe accadere ad un’altra regione con un altro colore politico, dipende da questo monitoraggio”. Sugli effetti delle nuove misure Sileri ha aggiunto: “Gli effetti delle misure contenute nell’ultimo dpcm non si vedranno in tempi rapidi, servono almeno un paio di settimane. Vi saranno delle aree in cui funzionera’ prima ed altre in cui magari funzionera’ piu’ tardi. Questo dipendera’ dalla capacita’ del sistema di fare diagnosi e contact tracing. Se salta la capacita’ diagnostica, aumenteranno i contagi e di conseguenza le persone che vanno in ospedale e in terapia intensiva. Noi consideriamo i posti di terapia intensiva come anello ultimo di un percorso, ma a monte c’e’ tutta la tracciabilita’ sul territorio. Ecco perche’ sono necessari i parametri e un’aderenza a questi parametri, con una trasmissione dei numeri quanto piu’ accurata possibile. Se tu non trovi i positivi perche’ non riesci a fare un adeguato contact tracing, l’accuratezza dei numeri non e’ aderente alla realta’ e la situazione puoi risolverla solo congelando quell’area, rendendola zona rossa. E’ uno stop and go a cui dovremmo abituarci nei prossimi mesi”.

Sulla situazione degli ospedali Sileri ha spiegato: “Ci sono delle aree notevolmente sotto pressione, anche all’interno della stessa regione, questo si traduce con una forte pressione sugli ospedali. Ora e’ il momento di risolvere le criticita’ nei covid hospital, risolverle subito senza puntare il dito. Dopodiche’ fra 6-7 mesi, quando tutto sara’ passato, punteremo il dito sugli errori e coloro che non hanno lavorato bene verranno cacciati a calci nel sedere”. Sul vaccino invece: “Aspettiamo- ha detto- che vengano terminate le fasi di sperimentazione. Il vaccino deve essere efficace e sicuro, deve essere prodotto. Fisicamente in questo momento non e’ disponibile, se non per i volontari che stanno completando la fase sperimentale. Il percorso del vaccino secondo me non si concludera’ prima del primo quadrimestre del 2021, in termini di capacita’ produttiva e capacita’ sul territorio”. Sileri ha risposto anche riguardo al suo libro scritto con Cecchi Paone “Covid segreto”. “Cecchi Paone- ha spiegato il viceministro- ha raccolto le mie riflessioni in un’intervista durata diversi mesi, con riflessioni costantemente aggiornate. E’ una lunga intervista che ripercorre i mesi scorsi. I proventi verranno dati alla fondazione che si occupa degli orfani dei miei colleghi medici deceduti”. 

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