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Legale Laura Massaro: “Ctu Cialdella parla ma non conosce le carte”

La mamma: "Giudica con lente alienazione, anche se non usa questo termine"

Pubblicato:06-11-2019 16:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:56

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ROMA – “La dottoressa Maddalena Cialdella ha fatto una serie di valutazioni professionali specifiche sul caso di Laura Massaro che non doveva fare in quanto non era a conoscenza dei documenti depositati. Ha fatto allusioni ad un presunto comportamento negativo della mia assistita senza però avere la minima contezza di ciò che è successo in giudizio. Se si commentano casi di cronaca, o ci si tiene sul generico, o, se si interviene su cose specifiche, si devono conoscere le carte, altrimenti si può creare, anche involontariamente, una falsa rappresentazione della realtà. Il fatto che lo faccia una psicologa è ancora più grave”. Così l’avvocato Lorenzo Stipa in risposta al commento rilasciato all’agenzia Dire dalla psicologa, psicoterapeuta e Ctu, Maddalena Cialdella, sul caso della sua assistita, Laura Massaro, a margine di un convegno sull’alienazione genitoriale che si è tenuto lunedì 4 novembre in Cassazione a Roma.

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“È stato depositato un reclamo avverso il decreto del Tribunale per i minorenni di Roma che dispone l’allontanamento del piccolo L. da Laura Massaro, la madre, e la sua collocazione con il padre, decreto di cui è stata chiesta l’immediata sospensione in attesa che la Corte d’Appello si pronunci- ha aggiunto Stipa- Siamo in attesa che ne venga sospesa l’esecutività per la pericolosità che può rappresentare nei confronti del bambino. C’è una relazione del centro antiviolenza a cui Laura Massaro era stata indirizzata dai servizi sociali in cui si riscontravano episodi stalkizzanti”, ha chiarito il legale della donna.

“La dottoressa Cialdella si basa sulla sua adesione al costrutto ascientifico dell’alienazione parentale, sebbene non usi mai questo termine, per mettere pubblicamente in cattiva luce la mia figura, pur non conoscendo i fatti e gli atti- ha precisato Massaro alla Dire- Fa riferimento alla mia vicenda come se fosse stata informata di qualcosa, e ciò mi auguro vivamente che non sia avvenuto perché sarebbe un gravissimo atto di violazione della privacy. Viceversa, se non è informata di fatti e non ha visto gli atti, nuovamente giudica con la lente dei sostenitori dell’alienazione parentale, per cui madri e figli mentono sempre e hanno problemi psicologici. La violenza non viene mai riconosciuta, ma scambiata per mero conflitto, e i bambini vengono sottoposti a trattamenti indicibili. Mio figlio- ha sottolineato la mamma del piccolo L.- sta rischiando un trauma gravissimo a causa di questa teoria spazzatura completamente sposata dal Tribunale e sta vivendo nel terrore di essere portato via non solo da me ma dalla sua intera vita sociale, scolastica, affettiva. E se questa è la superficialità con cui si opera nelle Ctu c’è veramente da preoccuparsi”. “Il Comitato madri vittime di violenza istituzionale- ha concluso la donna- sta ricevendo decine e decine di segnalazioni su come vengono condotte le Ctu e le vessazioni che madri e figli ricevono. Le Istituzioni devono farsi carico seriamente e concretamente di queste ‘malpractice’, al fine di far riprendere la fiducia nelle Istituzioni stesse e nella Giustizia”.

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