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FOTO | L’acqua al ‘gusto colera’ per raccontare il terzo mondo, mostra a Bologna

Una mostra pensata dalla comunità missionaria di Villaregia insieme al Centro missionario diocesiano per spiegare com'è "il mondo visto da un'altra prospettiva"

Pubblicato:06-11-2019 13:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:56
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BOLOGNA – Bicchieri di acqua contaminata, una tuta mimetica a misura di bambino, un salvagente inutilizzato e tante fotografie simboliche. Sono alcune delle installazioni pensate dalla comunità missionaria di Villaregia insieme al Centro missionario diocesano di Bologna per spiegare com’è “il mondo visto da un’altra prospettiva”.

“Quando vengono in visita gli studenti indossiamo un paio di occhiali e diciamo che, se vogliono ‘guardare oltre’ insieme a noi dovranno fare lo stesso, altrimenti possono rimanere parcheggiati lì”, spiega padre Luca Vitali indicando la prima postazione della ‘mostra missionaria’, in esposizione fino a sabato al centro della Sala borsa, a Bologna.













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L’idea è quella di “mostrare il mondo da un altro punto di vista e noi missionari, che viaggiamo e viviamo esperienze in Paesi lontani da qui ci rendiamo conto di come certe cose funzionano davvero in modo diverso”, continua Vitali. Continuando nel percorso ci si imbatte in una serie di pannelli fotografici che mostrano nettamente il contrasto tra poveri e ricchi in Brasile. Proseguendo, i missionari hanno scelto di mettere al centro anche i temi della fame nel mondo e soprattutto quella della disponibilità dell’acqua.

“Io spesso quando parlo ai giovani che si stanno preparando a partire per una missione dico che dall’altra parte del mondo l’acqua invece di scendere dal rubinetto, sale in orizzontale dal terreno, quando lo fa. Sembra una sciocchezza, ma è così”. Ecco quindi che in un cartello affisso sotto alcuni bicchieri d’acqua al ‘gusto’ colera ed epatite si legge: “Hai sete? Allora bevi la stessa acqua che 1,1 miliardi di persone berranno oggi!“. 

Padre Luca parte dal racconto della sua missione in Madagascar per spiegare che, ad esempio, la stessa disponibilità di acqua potabile, per gli occidentali immediata appena apriamo il rubinetto, in Africa equivale almeno a quattro ore di camminata. “Siccome oggi ragioniamo solo per slogan e pensiamo che tutto il mondo sia esattamente identico al nostro questa mostra vuole farci capire, ad esempio, che ci sono due miliardi di persone che vivono nelle baracche, o che 2,5 miliardi di persone ancora non hanno accesso a servizi igienici puliti e sicuri”. Altri temi toccati dalla mostra missionaria sono quelli dello sfruttamento minorile e dei bambini soldato, ma anche degli oltre 60 milioni di bambini che, ancora oggi, non vanno a scuola.

‘Il mondo visto da un’altra prospettiva’ si inserisce nel più ampio programma de ‘Apriti al mondo – la festa della missione’, festival che fino a sabato proporrà in città una serie di eventi per riflettere sull’importanza dello scambio culturale. Mercoledì e venerdì, 11 locali di Bologna ospiteranno in contemporanea l’Happy Missio, un momento conviviale per trattare temi così importanti in modo più ‘leggero’. Giovedì sera, alle 21 al cinema La Perla è atteso lo spettacolo ‘Die mauer – il muro’ a cura di Marco Cortesi e Mara Moschini che tratta il tema delle divisioni ricordando i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. Per concludere il festival, che sarà affiancato anche da momenti di spiritualità, sabato pomeriggio è atteso un flash mob ‘segreto’ in piazza Nettuno.

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