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ROMA – Livello di sicurezza rafforzato nel ghetto ebraico della Capitale e massima attenzione domani, in occasione del primo anniversario dell’attacco di Hamas in Israele, che risale al 7 ottobre dell’anno scorso. Sorvegliata speciale quindi tutta l’area del ghetto ebraico dove domani mattina si svolgerà in sinagoga la cerimonia commemorativa alla presenza della premier Giorgia Meloni. Nella capitale le misure di sicurezza attorno agli obiettivi sensibili della comunità ebraica erano state già ulteriormente sensibilizzate nei giorni scorsi, alla luce della situazione in Medio Oriente e dei cortei pro Palestina annunciati a ridosso di questo ‘anniversari.
E proprio ieri, sabato 5 ottobre, durante la manifestazione “pro Pal”, vietata di fatto dalla autorità di sicurezza, si sono verificati degli scontri in cui sono rimasti feriti oltre 30 agenti. A riguardo, Noemi di Segni, presidente dell’Ucei, Unione delle comunità ebraiche italiane, ringrazia le forze dell’ordine: “Quanto visto ieri non è stato libero pensiero- commenta- è stato abuso della libertà di manifestare di chi cerca di destabilizzare uno Stato di diritto. I palestinesi stessi sono abusati senza capire che il loro slogan e quello dei pro Pal viene incanalato per arrivare alla distruzione di Israele e all’incitamento alla violenza con le aberranti accuse e ribaltamento di ogni verità”.
Hanno gli occhi bendati, le zampe legate con le catene, sangue sul corpo: indossano una maglietta con la foto e il nome di un ostaggio: sono dei grossi orsi di peluche posizionati nei luoghi e nei monumenti più significativi della capitale, da Piazza del Popolo, al Pincio, dal Colosseo, all’Arco di Tito. Si possono trovare su delle panchine o sui pali, attaccati alle ringhiere di un cavalcavia. È l’iniziativa messa in atto alla vigilia del 7 ottobre della Rete Studenti Ebrei Romani, finalizzata a sensibilizzare i passanti sul dramma degli oltre cento ostaggi rapiti dai terroristi di Hamas un anno fa e ancora nelle loro mani.
“Gli orsi di peluche- spiega un comunicato- rappresentano l’umanità e la fragilità di coloro che attendono ancora di essere liberati e rappresentano uno strumento per rendere chiaro che l’anniversario del 7 ottobre non debba essere solo una data, ma un richiamo collettivo all’azione”. Il gesto si pone anche in contrapposizione alle proteste violente degli ultimi giorni, ponendosi come un atto di protesta pacifica. “Il mondo ci guarda- conclude il comunicato- e le famiglie degli ostaggi, per le quali ogni giorno è una battaglia contro il tempo e l’indifferenza, meritano il nostro sostegno e la nostra attenzione”.
Alla vigilia del 7 ottobre, gli appelli per la pace e per la liberazione degli ostaggi anche da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e da Papa Francesco.
“Ferma condanna e forte indignazione ha suscitato, in Italia e nel mondo, il barbaro attacco condotto da Hamas contro inermi cittadini israeliani lo scorso 7 ottobre 2023. A un anno di distanza, grande è la vicinanza e la solidarietà della Repubblica Italiana al popolo israeliano così ignobilmente colpito. Nel deplorare nuovamente quel brutale atto terroristico, partecipiamo con commozione al dolore delle famiglie delle vittime e rinnoviamo l’appello affinché le persone prese crudelmente in ostaggio con pratica disumana, vengano liberate e possano ricongiungersi ai loro familiari”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del primo anniversario degli attacchi di Hamas contro cittadini di Israele.
“In questo anno gli effetti di quella tragedia si sono moltiplicati, investendo incolpevoli popolazioni dell’intera area, mentre si diffondono gravi e inaccettabili recrudescenze di sentimenti di antisemitismo, da condannare e contrastare con determinazione. L’Italia sostiene convintamente il diritto di Israele alla propria esistenza in pace e sicurezza e alla difesa dagli attacchi, nel rispetto del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario”. Così va avanti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla vigilia del primo anniversario degli attacchi di Hamas contro cittadini di Israele.
“È più che mai necessario- continua- giungere a un cessate il fuoco immediato per porre termine alla sequela di orrori che si sono susseguiti dal 7 ottobre dello scorso anno ad oggi e scongiurare l’allargamento del conflitto, prospettiva che gli accadimenti recentissimi rendono purtroppo vicina e concreta.
Profonda è la preoccupazione per la condizione dei civili a Gaza, la cui popolazione ha patito indicibili lutti e sofferenze e ha diritto ad essere sottratta alle distruzioni e alla violenza della guerra”.
Per Mattarella “occorre una definitiva soluzione negoziata tra Israele e Palestina che, con il concorso della comunità internazionale, preveda la creazione di due Stati sovrani e indipendenti. Ciò è indispensabile per garantire pace e sicurezza durevoli ai due popoli e all’intera regione, e per evitare che l’ostilità, l’avversione e il risentimento accumulatisi in questi mesi producano in tutto il Medio Oriente nuove e sempre più drammatiche esplosioni di violenza. È una responsabilità che, se compete, in primo luogo, a israeliani e palestinesi, deve vedere attivi tutti i popoli amanti della pace, affinché l’orrore del passato non si ripeta, provvedendo sin d’ora a stabilire i termini di un futuro di intesa tra tutti gli Stati della regione”.
“Chiedo il cessate il fuoco immediato su tutti i fronti, compreso il Libano, preghiamo per i libanesi, specialmente per gli abitanti del sud costretti a lasciare i loro villaggi”. Così all‘Angelus Papa Francesco, in piazza San Pietro, a Roma, alla vigilia dell’anniversario del 7 ottobre, giorno che ha segnato l’avvio del conflitto in Medio oriente, ora esteso ben oltre i confini di Israele. “Faccio appello alla comunità internazionale affinché si metta fine alla spirale della vendetta e non si ripetano più gli attacchi come quello compiuto dall’Iran qualche giorno fa, che possono fare precipitare quella regione in una guerra ancora più grande”, aggiunge il Santo Padre, sottolineando: “Tutte le nazioni hanno il diritto di esistere in pace e sicurezza nei loro territori, che non devono essere attaccati o invasi. La sovranità deve essere rispettata e garantita dal dialogo e dalla pace non dall’odio e dalla guerra”
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