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Adottate nuove sanzioni contro la Russia, il Parlamento Ue esorta: “Più armi a Kiev per fermare la guerra”

Misure per ridurre il costo dell'energia, previste anche le individuali

Pubblicato:06-10-2022 13:39
Ultimo aggiornamento:06-10-2022 18:53
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STRASBURGO – Il Consiglio europeo ha adottato il nuovo pacchetto di sanzioni individuali contro la Russia, con lo scopo di rafforzare la pressione sul governo e sull’economia russa e per indebolirne le capacità militari. L’obiettivo è di far ricadere sul presidente russo Vladimir Putin i costi della recente escalation contro l’Ucraina e dell’annessione delle regioni ucraine Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson.

Sarà quindi vietato il trasporto marittimo e la fornitura di assistenza tecnica, servizi di intermediazione, finanziamenti o assistenza finanziaria relativa al trasporto di petrolio greggio verso Paesi terzi (da dicembre 2022) o di prodotti petroliferi (da febbraio 2023) originari o esportati dalla Russia. Inoltre, la deroga al price cap permetterà la fornitura del trasporto di questi servizi solo se il petrolio o i prodotti petroliferi saranno acquistati a prezzo massimo prestabilito, o inferiore. Questo comporterà la riduzione drastica delle entrate che la Russia ricava dal petrolio, e stabilizzerà anche i prezzi globali dell’energia.

Il pacchetto comprende ulteriori sanzioni rivolte agli individui che hanno avuto un ruolo nell’organizzazione di referendum illegali e a coloro che diffondono disinformazione sulla guerra; ancora, l’estensione dell’elenco dei prodotti soggetti a restrizioni che possono rafforzare il potenziamento militare e tecnologico russo (componenti elettronici, sostanze chimiche); l’inserimento nell’elenco degli enti statali soggetti al divieto di transazione del Registro navale marittimo russo.


Il Consiglio ha infine stabilito che da oggi la portata geografica delle restrizioni introdotte il 23 febbraio, tra cui in particolare il divieto di importazione di merci dalle aree non controllate dal governo degli oblast di Donetsk e Luhansk, sarà estesa anche alle aree non controllate degli oblast di Zaporizhzhia e Kherson.

PARLAMENTO UE: PIÙ ARMI A KIEV PER FERMARE LA GUERRA

Il Parlamento ha invece esortato tutti i Paesi e le organizzazioni internazionali a “condannare i referendum fasulli in Ucraina e il tentativo della Russia di acquisire territorio con la forza”.

In una risoluzione adottata quest’oggi, stando a quanto riporta una nota dell’Eurocamera, i deputati affermano che i risultati dei referendum farsa, condotti sotto la minaccia delle armi per annettere gli oblast di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia sono privi di valore e invitano i Paesi Ue ad adottare ulteriori severe sanzioni. La risoluzione non legislativa è stata adottata con 504 voti a favore, 26 contrari e 36 astensioni.

I deputati esortano inoltre gli Stati membri dell’Ue e gli altri Paesi che sostengono l’Ucraina ad aumentare massicciamente l’assistenza militare, in particolare nelle aree richieste dal governo ucraino. I Paesi Ue “esitanti” – si legge ancora – dovrebbero fornire la loro parte di assistenza militare necessaria, per contribuire ad abbreviare la guerra.

Le recenti minacce russe di usare armi nucleari sono irresponsabili e pericolose, avvertono i deputati, che invitano i Paesi Ue e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisiva nel caso in cui la Russia dovesse condurre un attacco nucleare contro l’Ucraina. Qualsiasi tentativo da parte della Russia di presentare gli attacchi ai territori occupati come un attacco alla Russia stessa, e quindi come motivo per un attacco nucleare, per il Parlamento europeo è illegale e privo di fondamento e non dissuaderà l’Unione Europea dal fornire ulteriore assistenza all’autodifesa dell’Ucraina.

Il Parlamento europeo, prosegue la nota, condanna la mobilitazione militare in Russia e le misure che obbligano i residenti dei territori temporaneamente occupati dall’Ucraina a prestare servizio nelle forze armate o ausiliarie russe, un atto che la Quarta Convenzione di Ginevra vieta. Al fine di mantenere la stabilità nel Caucaso meridionale e nell’Asia centrale, i deputati chiedono inoltre un maggiore sostegno ai Paesi della regione che hanno subito un afflusso di cittadini russi, in particolare Georgia, Kazakistan, Uzbekistan, Armenia e Kirghizistan.

Per quanto riguarda le esplosioni sui gasdotti Nord Stream, i deputati affermano che aumentano le probabilità che si tratti del risultato di un atto coordinato e deliberato da parte di un attore statale. Le esplosioni dimostrano quanto sia pericolosa una politica di crescente dipendenza dai combustibili fossili russi e che l’uso dell’energia come arma è stato portato a un livello più pericoloso. La risoluzione invita gli Stati membri a considerare prioritaria la protezione delle infrastrutture critiche europee e a sostenere ulteriormente la resilienza dei partner dell’Europa orientale e dei Balcani occidentali.

Infine, i deputati chiedono l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, per perseguire Putin, tutti i funzionari civili e militari russi e i responsabili della pianificazione, del lancio e della conduzione della guerra in Ucraina.

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