Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – Dal 13 al 17 dicembre 2021 torna Fablearn Italy, la conferenza internazionale sul Making e la Robotica Educativa nella didattica con il titolo Innovation in Laboratory teaching with Making, Educational Robotics, Coding and Innovative Technologies.
Come per la precedente, anche questa quarta edizione sarà in una versione interamente virtuale: nel corso delle cinque giornate, ricercatori, insegnanti, educatori e professionisti discuteranno online di innovazione, Robotica educativa, Coding, Makerspace e Fablab scolastici, nuovi modelli educativi, Blockchain e intelligenza artificiale.
Sin dal 2018 l’Indire è organizzatore di Fablearn Italy che nel tempo è diventato un appuntamento sempre più importante per l’intera comunità scolastica, un’occasione per dare rilevanza al contributo che i principi del “bricolage tecnologico”, dell’automazione e della programmazione informatica possono dare all’innovazione educativa.
L’evento fa parte del circuito internazionale delle FabLearn Conferences, facenti capo al lavoro di Paulo Blikstein, Professore Associato della Columbia University e Direttore del Transformative Learning Technologies Lab (TLTL).
Il programma consta di numerosi appuntamenti pomeridiani aperti a tutti, tra i quali la presentazione dei PRIN (Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) e del libro “Inventando si impara”, edizione italiana del libro di Sylvia Libow Martinez e Gary Stager «Invent to Learn: Making, Tinkering and Engineering in the Classroom» curata dal ricercatore tecnologo Indire Lorenzo Guasti.
Fino a lunedì 1 novembre, gli interessati a partecipare avranno la possibilità di inviare due tipi di contributi:
Ciascun contributo dovrà essere correlato ad uno dei 4 macrotemi attorno ai quali si svolgerà la conferenza ovvero pedagogia del Making, Programmazione (Coding), Robotica educativa e Tecnologie emergenti e dovrà essere redatto in lingua inglese.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it