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Editoria, Capezzone: “‘Likecrazia” cittadini e sinistra snob”

Intervista a Daniele Capezzone sul suo libro 'Likecrazia. Lo show della Politica in tempo di pace e di Coronavirus'

Pubblicato:06-10-2020 11:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:00

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ROMA – “Non ho una visione totalmente pessimistica della nuova agorà in cui siamo immersi. Sono convinto che sia una realtà non modificabile, piaccia o no” dice Daniele Capezzone nella videointervista all’agenzia Dire a proposito del suo libro ‘Likecrazia. Lo show della Politica in tempo di pace e di Coronavirus’.

“La mia opinione è che sia inutile lamentarsi o trasformare un circo in una cattedrale, è meglio attrezzarsi al meglio per far circolare le proprie idee. Questo è un invito a tutti, con qualche calcetto negli stinchi agli intellettuali progressisti, quella sinistra al caviale a non avere l’atteggiamento giudicante e l’arietta di superiorità rispetto ai cittadini. Penso che dobbiamo tutti tenere a mente la regola fondamentale della democrazia secondo cui non sono gli eletti o i commentatori a dare i voti alla gente, ma il contrario”.

Ma sulla rete non c’è il rischio di godere di un consenso effimero? “Certo- risponde Capezzone- c’è il rischio di superficialità della vita pubblica e per cittadini di votare semplicemente per il leader con cui in quel momento vorrebbero prendere un caffè, o per i leader di essere prigionieri di questo tipo di concetto. Ma è pur vero che chiunque pensasse di poter fare il leader politico pensando di fare a meno della rete, dei social, farebbe la fine di un animale preistorico“.


Infine, una riflessione sulla comunicazione politica del futuro: “Non penso che i leader di domani possano accantonare l’interazione diretta con i cittadini a favore della comunicazione in rete- ha sottolineato l’ex radicale- in rete il contatto diretto con i cittadini ha molteplice valenza. Qui il politico non ha protezioni, non ha guardie del corpo quindi lo si può raggiungere, incalzare in una situazione di forte parità. A me sembra molto bello che i cittadini – al netto di qualche imprecisione o superficialità – possano in modo così penetrante partecipare a discussioni come quelle attuali sul Recovery Fund o il mes. E’ un rovesciamento positivo del mito negativo del Grande Fratello, lì è lui che controlla tutti, in questo caso invece ci sono tanti piccoli grandi fratellini che possono controllare il potere”.

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