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Al Colosseo rivivono i tesori di Palmira distrutti dal terrorismo FOTO

Ideata e curata da Francesco Rutelli e Paolo Matthiae, la mostra 'Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira' sarà aperta fino all'11 dicembre

Pubblicato:06-10-2016 16:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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Palmira

ROMA – Rivivono al Colosseo i tesori di Palmira, Ebla e Nimrud distrutti o danneggiati dalla furia del terrorismo. Da oggi all’11 dicembre, l’Anfiteatro Flavio ospitera’ infatti le ricostruzioni in scala 1:1 del Toro di Nimrud, di cui non resta nulla, del soffitto del Tempio di Bel a Palmira, ridotto in frammenti, e della Sala dell’archivio di Stato di Ebla che custodiva 17mila tavolette cuneiformi e che oggi versa in grave stato di abbandono.

Ideata e curata da Francesco Rutelli e Paolo Matthiae, la mostra ‘Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira’ e’ stata visitata in anteprima oggi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme ai ministri dei Beni culturali e degli Esteri, rispettivamente Dario Franceschini e Paolo Gentiloni, il soprintendente per il Colosseo, Francesco Prosperetti, Francesco Rutelli ed Emmanuele Emanuele, presidente della fondazione Terzo Pilastro che ha finanziato l’iniziativa.


Accanto alle ricostruzioni, realizzate da tre societa’ italiane con tecniche innovative come la stampante 3D, i visitatori di tutto il mondo vedranno esposti anche due originali provenienti direttamente da Palmira e danneggiati dal terrorismo. Dopo la mostra, i due ritratti panneggiati di un uomo e una donna, scolpiti nella pietra, saranno presi in consegna dal ministero dei Beni culturali per essere restaurati dagli esperti dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro. Concluso l’intervento, le preziose opere verranno riconsegnate al Museo nazionale di Damasco.

Ad accogliere i visitatori di ‘Rinascere dalle distruzioni’ e’ il magnifico Toro androcefalo del Palazzo di Nimrud (Iraq). “Polverizzata” dagli attacchi terroristici nella primavera del 2015, la scultura di circa cinque metri e’ stata ricostruita con una stampante 3D dopo una serie di studi su disegni e fotografie dell’originale. Stessa tecnica per il soffitto del Tempio dedicato a Bel, divinita’ principale di Palmira, distrutto con cariche di esplosivo dal sedicente Stato islamico durante l’occupazione del sito, nell’estate del 2015.

La sala dell’Archivio di Stato di Ebla, invece, e’ stata ricostruita tramite un modello in polistirolo, poi usato per la creazione della copia in vetroresina, piu’ adatta a riprodurre la muratura in crudo.

La mostra e’ bellissima– ha detto Mattarella subito dopo averla visitata- perche’ ciascuno dei pezzi esposti merita di essere visto con attenzione. È un segno di solidarieta’ che dimostra che la cultura non ha confini. È un patrimonio comune- ha detto ancora il presidente- ed e’ anche un segno di civilta’ contro l’oscurantismo“.

Ma non solo, perche’ ‘Rinascere dalle distruzioni’ e’ anche un “segno di speranza che dimostra che si puo’ ricostruire quello che l’incivilta’ ha distrutto”. Un compito, quello della ricostruzione, a cui, ha aggiunto il soprintendente Prosperetti, “si candida la scuola italiana del restauro”. E in effetti sara’ proprio l’eccellenza dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro a intervenire sulle due sculture provenienti da Palmira grazie all’apertura di un “corridoio per la cultura“.

Una “prima volta assoluta”, ha detto Rutelli. “Si tratta di due ‘vittime’ di guerra- ha spiegato riferendosi alle due opere in mostra al Colosseo- che sono state trasferite in maniera complessa qui, dove le potranno vedere tutti i visitatori del Colosseo ferite come sono, con le teste tagliate. L’Italia- ha detto ancora- le restaurera’ e le restituira’ a quel popolo“.

Del resto, “questa mostra e’ tutta italiana e dimostra come il nostro Paese abbia le capacita’ scientifiche, tecniche e l’amore per la civilta’ per permettere le ricostruzioni. Il lavoro fatto- ha detto ancora- permette di avere una base che, quando tornera’ la pace, consentira’ di ricostruire e di riscoprire una bellezza che qualcuno avrebbe voluto distruggere per sempre“.

Un risultato, quello a cui ha portato la mostra al Colosseo con l’arrivo di due opere originali da Palmira, che per il ministro Gentiloni rappresenta tra l’altro “un’importante operazione anche sul piano politico e diplomatico. Nonostante il contesto drammatico, i responsabili delle Antichita’ siriane hanno acconsentito all’offerta che e’ giunta loro dai promotori di questa mostra e dall’Italia di restaurare alcuni reperti distrutti da Daesh. Che si possa fare in un momento come questo- ha aggiunto- e’ la conferma del valore della tutela del patrimonio che deve andare al di la’ delle guerre. E’ una bellissima dimostrazione del fatto che, oltre a essere necessario, e’ anche possibile“.

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