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Il Parkinson? Si combatte (anche) con l’amore di due cagnoline

Percorso sperimentale avviato dall’ambulatorio di riabilitazione dell’Irccs Inrca-Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani- di Ancona

Pubblicato:06-10-2016 09:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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cani_golden_retriever_beagleROMA – Due cagnoline: Luna, un Golden Retriever di due anni, sensibile e amante del contatto fisico, e Pulce, un Beagle di tre, dallo spirito collaborativo, vivace e socievole. Fanno parte del percorso sperimentale di pet-therapy avviato dall’ambulatorio di riabilitazione dell’Irccs Inrca- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani- di Ancona.

Il percorso pilota riguarda pazienti di età superiore ai 70 anni affetti da Parkinson, con un livello intermedio di gravità e impegnati in attività di riabilitazione e recupero funzionale presso l’ospedale.

“La pet therapy moderna- spiega Oriano Mercante, direttore dell’Unità operativa di Medicina riabilitativa- si basa su protocolli scientifici consolidati ed è efficace sui pazienti affetti da problemi psicologici o demenze, con benefici su prontezza e umore. Un’interazione prolungata con gli animali può aumentare il livello di attività fisica praticata ed essere un’importante co-terapia a supporto di un piano riabilitativo più generale”.


In presenza di capacità neuro-motorie compromesse, la pet-therpy fornisce infatti uno stimolo graduale e costante che induce a mantenere attivo tutto il corpo, grazie ai gesti naturali e spontanei indotti dall’animale.

Il Parkinson in particolare, è una delle malattie neurologiche più frequenti. Causa alterazioni delle capacità motorie e dell’equilibrio che comportano limitazioni nell’autonomia. Riduce così la partecipazione alla vita sociale e lo spirito di iniziativa. così in un comunicato l’Irccs Inrca- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani- di Ancona.

“La compagnia di un cane, animale con cui si riesce maggiormente a comunicare e con una lunghissima storia di domesticazione- chiarisce Cristina Gagliardi, del Centro ricerche economico-sociali sull’invecchiamento- è in grado di ridurre la percezione della solitudine e contribuisce al miglioramento dell’emotività e della socialità”.

Stimola le capacità affettive e favorisce il rilassamento, con un esito benefico sugli effetti fisici della malattia come tremore, rigidità, coordinazione e instabilità posturale e quelli psicologici, ancora più pericolosi, come la depressione.

Il percorso, attivato in collaborazione con lo studio di “Psicologia e Pet Therapy” di Ancona diretto dalla psicologa Alessia Scarnera, comprende incontri di 30 minuti, una o due volte a settimana per un periodo di tre mesi. Include esercizi di contatto con il cane quali accarezzarlo, spazzolarlo e nutrirlo nella maniera corretta, oltre ad attività più dinamiche e ludiche, tra cui la conduzione al guinzaglio, il lancio della pallina, il salto dell’ostacolo e del cerchio, tira e molla, il passaggio all’interno del tubo e il riporto dell’oggetto.

I risultati

Dopo un’iniziale difficoltà, i partecipanti dimostrano di gradire la vicinanza e il contatto con l’animale. E’ stato verificato finora l’effetto benefico dell’esperienza nello stimolare la vitalità degli anziani ed una maggiore propensione nell’affrontare le altre terapie. “Da parte di pazienti e familiari si riscontra una risposta positiva che invita a dare continuità all’esperienza, in modo da integrare questo servizio nei programmi di riabilitazione in maniera strutturata”, conclude Mercante dell’Irccs Inrca- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani- di Ancona.

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